Iran-Israele, le radici delle tensioni

I rapporti tra Israele e Iran non sono sempre stati caratterizzati da rivalità e tensione. Dalla nascita dello stato ebraico a oggi, le relazioni tra i due paesi hanno conosciuto quattro fasi distinte: una di non riconoscimento, una di amicizia, una di cosiddetta “pace fredda” e una di aperta ostilità. Queste fasi sono strettamente legate ai cambi di regime in Iran e alle frequenti crisi regionali che hanno interessato il Medio Oriente nell’ultimo secolo.

Le prime tre fasi

La prima fase va dal 1947 al 1953, quando l’Iran era ancora retto dalla monarchia assoluta della dinastia Pahlavi. All’epoca i Pahlavi si opposero, assieme alla Jugoslavia e all’India, al Piano di partizione della Palestina delle Nazioni Unite, che nel 1947 proposero la creazione di due stati, uno israeliano e uno palestinese. La loro soluzione alternativa era quella di creare una specie di stato federale unitario della Palestina, con un solo parlamento, ma diviso in cantoni arabi ed ebraici.

La seconda fase di amicizia ha inizio dal 1953 e finisce nel 1979, a causa della rivoluzione iraniana che portò all’istituzione della Repubblica islamica dell’Iran. Nel 1953, quando ormai Israele era nato ed era riuscito a vincere la prima guerra arabo-israeliana del 1948, l’Iran fu la seconda nazione a maggioranza musulmana a riconoscere ufficialmente Israele, dopo la Turchia. Da questo momento, per i successivi 24 anni, i due paesi strinsero una proficua collaborazione, con ambasciate nelle rispettive capitali, intensi rapporti commerciali, energetici e di sicurezza.

Nel 1979, le milizie radicali dell’ayatollah Ruhollah Khomeini rovesciarono la monarchia dei Pahlavi, istituendo un nuovo regime autoritario basato sulla supremazia religiosa sciita. È in questo momento che inizia la cosiddetta “pace fredda”, con la recessione di ogni legame diplomatico tra i due paesi e il rifiuto di riconoscere Israele come stato da parte dell’Iran. Nonostante ciò, Israele e Iran collaborarono a lungo durante tutti gli anni Ottanta in funzione di contenimento dell’Iraq, che stava emergendo come nuovo attore nella regione. In particolare, Israele fornì consistenti aiuti militari, logistici e di intelligence all’Iran per sconfiggere Saddam Hussein.

L’inizio delle ostilità

Questo periodo di collaborazione cominciò a peggiorare all’inizio degli anni Novanta, durante il periodo di instabilità dovuto alla dissoluzione dell’Unione sovietica e alla fine della Guerra fredda. In questo contesto, il nuovo leader israeliano Yitzhak Rabin cominciò ad avere una postura più aggressiva nei confronti dell’Iran, con lo scopo di trasformare Israele nell’attore dominante della regione, dopo la sconfitta dell’Iraq. Sempre in questo periodo, Israele aumentò le sue violenze contro la popolazione palestinese, portando a quella che è conosciuta come Prima intifada, cioè una rivolta contro la continua espansione israeliana fuori dai territori pattuiti con le Nazioni Unite.

Fonte : Wired