Benito Mussolini è ancora cittadino onorario in centinaia di comuni

A distanza di 79 anni dalla liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista dell’Italia, che convenzionalmente si festeggia il 25 aprile di ogni anno da allora, Benito Mussolini è ancora cittadino onorario in centinaia di comuni italiani. Questo riconoscimento si è diffuso da nord a sud circa un secolo fa e continua ancora oggi, vari consigli comunali lo hanno rimosso ma molti si sono opposti alle istanze per cancellarlo, tra enormi paradossi e celebrazioni più o meno palesi del fascismo.

Perché Mussolini è cittadino onorario di molti comuni in Italia

Come riportano molti storici, tra il 1922 e il 1925 l’ascesa della dittatura fascista venne accompagnata in tutta Italia dalle delibere in centinaia di comuni per conferire la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Su pressione degli organi statali, l’onorificenza contribuì ad alimentare il culto della figura del “duce”, rafforzandolo da nord a sud. L’occasione era un anniversario, come ad esempio le celebrazioni della Grande guerra o per le ricorrenze del regime, mentre altri davano la cittadinanza a Mussolini quando lui arrivava in visita. 

Così, le iniziative diffuse divennero consuetudine: ad esempio, nel giugno 1924 Pisa e tutti i comuni della provincia conferirono la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Come si vede in una pagina di giornale dell’epoca, “Il Ponte di Pisa”, il consiglio comunale di Pisa spiega l’onorificenza con perché “constata che per opera di Mussolini la Patria ha ritrovato nella pace feconda i segni dell’antica virtù e nei consigli d’Europa è ritornata donna e regina a dar prova del Suo valore, del suo Genio, della saggezza latina di cui oggi è sola erede legittima e degna“. 

Una pagina di giornale sulla cittadinanza onoraria per Mussolini a Pisa e provincia

A Modena, come si vede nella foto verbale della seduta, la delibera arrivò nel consiglio comunale precedente alle celebrazioni del 24 maggio, il giorno in cui l’Italia entrava nella prima guerra mondiale attaccando l’impero austro-ungarico. 

Verbale di un consiglio comunale per la cittadinanza onoraria a Mussolini

Altri grandi comuni italiani fecero lo stesso in quegli anni, come Bologna, Brescia, Firenze, Torino, Ravenna, Bergamo, Trieste, Enna, per citarne alcuni, ed è accaduto lo stesso in molti paesi in tutta Italia. E gli stessi riconoscimenti vennero poi riconosciuti per altri gerarchi fascisti e in molti casi durano ancora oggi.

Revoche, opposizioni e paradossi: dove Mussolini è ancora cittadino onorario 

Negli anni molti consigli comunali hanno eliminato Benito Mussolini dall’elenco delle onorificenze, altri ci hanno provato senza successo per le resistenze degli schieramenti politici al potere in quel momento. Dopo la liberazione, i primi comuni a farlo furono Napoli e Matera. Gli ultimi casi hanno riguardato Ustica, in provincia di Palermo: qui, in consiglio comunale maggioranza e opposizione si sono scontrate per la cittadinanza onoraria non solo per Mussolini, ma anche per altri quattro gerarchi fascisti, Roberto Farinacci, Pietro Lanza di Scalea, Alfredo Cucco e Cesare Mori. Dalla richiesta di rimozione diretta delle onorificenze per Mussolini e i gerarchi si è arrivati a una delibera più generica, che prevede la “cessazione per tutti i defunti”. Tra questi anche Mike Bongiorno, Walt Disney ed Enzo Maiorca, che alla pari di Mussolini ora non sono più cittadini onorari dell’isola in cui, tra le altre cose, Gramsci passò oltre 40 giorni al confino.

Di recente ci sono stati altri dibattiti simili sul tema cittadinanza onoraria a Mussolini. Il consiglio comunale di Bovezzo, in provincia di Brescia, l’ha revocata, mentre, come riporta PadovaOggi, a Maserà il sindaco ne ha negato l’esistenza opponendosi, al contempo, nel darla a Matteotti. A Treviso e Bergamo se ne discute da anni ma la cittadinanza onoraria è ancora lì. Nel 2015 a Bergamo, il sindaco Giorgio Gori si oppose alle richieste di rimozione del riconoscimento perché lo riteneva un “fatto politico ormai consolidato e storicizzato”, e ci vollero cinque anni per revocarla.

La mappa del neofascismo in Italia

In precedenza, nonostante le proteste di alcune forze politiche come Fratelli d’Italia, città come Modena, Brescia, Firenze, Torino, Mantova, Pisa, Ravenna, Livorno hanno cancellato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. La figura di Mussolini rimane però ancora presente, troppo, in numerosi grandi comuni come Bologna, Trieste, Perugia, Gorizia e molti altri centri più piccoli da nord a sud, specie nei luoghi simbolo, come Salò e Latina, dove per anni le amministrazioni si sono opposte alla revoca e si è scoperto quasi per caso che l’onorificenza non era più “attiva”. 

E non sono mancate le situazioni paradossali: a Tricase, in provincia di Lecce, a Locorotondo, in provincia di Bari, e ad Asti la senatrice Liliana Segre, deportata nei campi di concentramento nazisti, si è trovata a essere una cittadina onoraria proprio come Benito Mussolini: Le onorificenze al duce furono poi revocate, sempre tra le proteste. 

Non è possibile dare un numero preciso in quanti dei 7.896 comuni italiani Mussolini è ancora cittadino onorario. Nel 2017 ci avevano provato con una interrogazione i deputati di Sinistra italiana Fratoianni, Marcon e Farina, chiedendo al ministero dell’Interno un censimento per poter revocare le cittadinanze onorarie ancora attive. Ma la richiesta cadde nel vuoto e le onorificenze per Mussolini continuano a rimanere lì dove sono.

Casa Mussolini diventi il memoriale delle vittime dell’odio politico

Fonte : Today