Deepfake porno, il Regno Unito vuole punire chi li crea con la prigione

Il Regno Unito sta prendendo molto seriamente la questione dei deepfake porno, tanto da voler punire chi diffonde contenuti sessualmente espliciti generati dall’AI con la prigione. Ad annunciarlo è stato il ministero della Giustizia, che questa settimana ha inasprito le norme che regolano la condivisione di deepfake porno, illegale nel paese. “Chi crea queste immagini orribili senza consenso rischia la fedina penale e una multa illimitata. Se l’immagine viene poi condivisa in modo più ampio, i colpevoli potrebbero finire in carcere”, ha dichiarato il ministero, annunciando che la sola creazione tramite l’AI di contenuti sessualmente espliciti, che coinvolgono persone reali, sarà considerata un reato a tutti gli effetti. Anche se non si ha l’intenzione di condividerli, ma “si vuole solo causare allarme, umiliazione o angoscia alla vittima”.

Un dettaglio che, a detta di alcuni esperti della regolamentazione legale della pornografia e degli abusi online, potrebbe creare lacune importanti nella nuova legge britannica, rendendo complesso dimostrare che una persona ha creato un deepfake solo per far sentire a disagio qualcun altro, e non per diffonderlo in rete. In ogni caso, il Regno Unito sembra abbastanza deciso a procedere per la sua strada. Laura Farris, sottosegretaria con delega alle vittime e alla salvaguardia del Paese, ha dichiarato che la nuova legge invierà un “messaggio chiarissimo: la creazione di questo materiale è immorale, spesso misogina e costituisce un reato”.

Al momento, secondo quanto riportato dalla Bbc, la proposta è in fase di approvazione al Parlamento britannico. Molto dipenderà dagli equilibri interni alla maggioranza. Il Regno Unito potrebbe essere il primo paese ad adottare una legge così stringente sui deepfake porno. Un problema salito agli onori delle cronache anche negli Stati Uniti, dove ancora non esiste una legge federale che regolamenti la creazione e la diffusione di deepfake porno, nonostante le numerose denunce da parte delle celebrità che hanno visto la propria immagine usata in maniera illecita nella produzione di contenuti sessualmente espliciti.

Fonte : Wired