Il Pm del Qatargate non siederà nel Parlamento che diceva di voler ripulire dai corrotti

Con l’inchiesta sul Qatargate era riuscito ad avere una ribalta mediatica mondiale, ma questo non è bastato al magistrato della ormai famosa inchiesta a raccogliere il consenso popolare. L’ex giudice istruttore belga Michel Claise, che ha lanciato le accuse che hanno scatenato un terremoto nel Parlamento europeo ha raccolto appena 6.739 preferenze. È risultato secondo nel partito in cui era candidato, Défi di centro sinistra, che avendo ottenuto l’1,2 per cento dei voti non ha eletto nessun candidato.

Il procuratore è stato la mente dell’inchiesta che nel dicembre 2022 ha fatto tremare le istituzioni comunitarie con 19 perquisizioni della polizia in diversi indirizzi di Bruxelles, compresi uffici del Parlamento europeo, in relazione ad accuse di corruzione e associazione a delinquere e che portò a otto arresti in Belgio e in Italia. Da allora però l’inchiesta non ha portato a risultati concreti, nonostante nelle case dei principali sospettati, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e l’ex deputato europeo Antonio Panzeri, siano stati trovati centinaia di migliaia di euro in contanti.

Lo stile accusatorio e i metodi del giudice sono stati denunciati come troppo aggressivi (gli avvocati di Kaili lo hanno accusato di “tortura”) e anche poco efficaci. Lo stesso procuratore poi nel giugno del 2023 si era dimesso per un conflitto di interessi legato all’inchiesta, in quanto suo figlio, Nicolas Claise, era socio d’affari del figlio della deputa europea Maria Arena, Ugo Lemaire, che non è mai stata indagata ma comunque interrogata in quanto considerata vicina a Panzeri. Lo scorso primo gennaio poi il giudice è andato in pensione e poi aveva annunciato la sua candidatura. Ma la sua carriera politica sembra essere stata troncata sul nascere.

Fonte : Today