Rebel Moon Parte 2: azione spettacolare, ma poco coinvolgimento emotivo

Dopo aver visto la prima parte lo scorso dicembre ora il pubblico può scoprire come prosegue la saga diretta da Zack Snyder, Rebel Moon, la cui seconda parte, “La sfregiatrice” sarà disponibile su Netflix a partire da venerdì 19 aprile. Anche in questa parte 2 la protagonista è Sophie Boutella nei panni della ex- militare Kora, affiancata da Michiel Huisman nella parte del contadino e innamorato Guntar, Djimon Hounsou che è l’ex generale Titus, Doona Bae che interpreta l’infallibile spadaccina Nemesis, Staz Nair che è il principe Tarak e il soldato robot Jimmy, che nel doppiaggio originale ha la voce di Anthony Hopkins.

Rebel Moon Parte 2, la sfregiatrice: la trama

Kora e la sua compagnia di guerrieri ribelli, sopravvissuti a una prima battaglia contro l’ammiraglio Noble e sicuri di aver ucciso il nemico, tornano a casa sul pianeta Veldt e si preparano a riorganizzarsi per affrontare un nuovo scontro, decisivo, contro le armate del Mondo Madre.

I guerrieri si inseriscono nella vita agreste di Veldt e fingono di contribuire al raccolto del grano per obbedire agli ordini degli invasori e cedere a loro tutte le risorse coltivate sul pianeta. Ma il piano, in realtà,  prevede di trarre i nemici in trappola.

Nel frattempo però, il tempo passato insieme e la necessità di mettere in comune le forze spinge anche i guerrieri, raccattati da Kora in giro per l’Imperium nel primo episodio della saga, a mettersi a nudo e a raccontare ognuno il proprio scomodo e doloroso passato. L’unica che non riesce a farlo fino in fondo è proprio Kora, dilaniata dal senso di colpa, dalla vergogna e dal dolore del tradimento.

Quando il momento della resa dei conti con gli invasori arriva, i guerrieri sono tutti decisi e pronti a combattere uniti al popolo di Veldt per la salvezza del pianeta, ma l’implacabile ammiraglio Noble si rivela ancora un osso duro e lo scontro sarà devastante.

Rebel Moon Parte 2: combattimenti mozzafiato, ma le storie minori emozionano più di quella di Kora

Ci vuole un po’, ma poi lo spettacolo arriva. Quando, finalmente, dopo una lunga preparazione Rebel Moon Parte 2 arriva a raccontare lo scontro tra il popolo di Velt, guidato da Kora e dai suoi guerrieri, e le armate del Mondo Madre, gli occhi si riempiono della grandezza dei combattimenti, della plasticità dei corpo a corpo, di esplosioni, scontri a fuoco e lotte all’arma bianca. Tra slow motion, inquadrature che amplificano la tenuta atletica di corpi statuari in movimento per uccidere, fiamme, scintille e armi che sparano senza risparmiarsi, il famigliare e spettacolare effetto video game che è cifra estetica riconoscibile del cinema di Zack Snyder non manca di certo, per la gioia dei fan del regista.

Ma questa apoteosi spettacolare arriva solo nella seconda parte di Rebel Moon Parte 2- La Sfregiatrice, introdotta da una parte molto più riflessiva in cui si racconta il ritorno sul Veldt dei reduci del primo grande scontro con l’ammiraglio Noble e in cui, finalmente, vengono scoperte le carte, andando a fondo nella terribile storia della misteriosa Kora, ma anche di tutti gli atri guerrieri che acquistano così tridimensionalità rispetto alla prima parte della saga. In particolare in questo secondo film si prendono il loro giusto spazio la figura di Nemesis e quella del generale Titus.

Nemesis in particolare, è il personaggio che più spicca, per l’equilibrio narrativo con cui il suo passato si incrocia al suo destino nel presente, in una storia che risulta la più vivida e carica di emotività tra quelle che riguardano i guerrieri.

C’è anche il racconto del raccolto del grano, della fatica del lavoro nei campi (con immagini molto suggestive), e del successivo addestramento dei pacifici contadini, e delle sere a riposo, insieme davanti a un pasto e a un boccale di birra, che è il momento in cui la comunità unisce le forze e si riconosce nell’impegno comune necessario alla propria sopravvivenza e, nel frattempo, costruisce e riconosce se stessa e i suoi valori comuni. Ed è proprio dal senso di comunità cementificato in questo modo quotidiano e antico che il pacifico pianeta Veldt trova la forza e la determinazione per prendere le armi e combattere contro chi lo vuole distruggere. Questa parte del film è forse quella che racchiude il messaggio principale dell’intera saga di Rebel Moon che è la storia di un’invasione di una società umile, agricola e pacifica, costretta a trovare la forza per difendersi dalla prepotenza.

E con questo scatto di orgoglio comunitario contro l’invesione lo spettatore riesce ad empatizzare, cosa che purtroppo non riesce invece a fare con l’eroina Kora che, nonostante una storia dolorosa alle spalle e il peso di un enorme senso di colpa da cui cerca continuamente riscatto e altre disgrazie che verranno, non riesce mai a suscitare la profonda partecipazione emotiva dello spettatore, rimanendo una figura nervosa, dinamica, ma stilizzata più che approfondita.

Insomma, Rebel Moon Parte 2 è un film che può soddisfare chi ha fame di azione, combattimenti, scene spettacolari e di un’estetica plastica e corposa, ma sotto questo bel vedere rimane, anche in questa seconda parte (che, visto il finale, di certo non sarà l’ultima), un po’ poco. 

Voto: 6,5

Fonte : Today