Da Fallout a Cyberpunk, da Stargate a Oblivion: perché la fantascienza è fissata con il 2077?

In principio era il 1984: per George Orwell fu relativamente facile decidere quando ambientare il suo romanzo, invertendo le ultime cifre dell’anno in cui venne scritto. Facile ma anche intelligente: rispetto al 1948, il 1984 era abbastanza in là nel tempo da essere percepibile e accettabile come futuro, con un salto in avanti di quasi quarant’anni.

Oggi, con la tecnologia che procede a ritmi serratissimi e le innovazioni che si susseguono freneticamente, a volte anche a distanza di pochi mesi una dall’altra, quarant’anni non bastano più. Ne servono almeno 50. Cinquantatrè, o forse anche cinquantaquattro. Sessantaquattro, eventualmente.

In realtà la cifra da aggiungere non importa: quel che importa è che il risultato finale sia 2077, e che il 2077 sia il quando in cui è ambientata la storia. Ormai da tempo, questo è decisamente l’anno preferito da sceneggiatori, game designer e scrittori di fantascienza. Ma perché sono così tanti quelli che ambientano le loro opere nel 2077? Una ragione ufficiale non c’è, ma ce ne sono tante di plausibili. E alcune le sapeva pure John Carpenter.

youtube: l’importanza del 2077 nella timeline di Fallout

Film, serie e videogiochi ambientati nel 2077

Prima di capire i perché, vediamo di capire quanto è ampio il fenomeno, con una lista che è più un punto di partenza che un punto di arrivo. E che inizia da due opere parecchio recenti, che sono quelle che possono fare scattare la curiosità:

  • in Fallout, la bella serie tv (qui la nostra recensione senza spoiler) tratta da una celebre saga di videogiochi, il 2077 è l’anno in cui cadono le bombe atomiche che devastano la Terra e danno inizio a tutto;

  • Cyberpunk 2077, uno dei videogiochi di maggiore successo degli ultimi anni, è chiaramente ambientato nel 2077;

  • Oblivion, il film del 2013 in cui Tom Cruise lavora come meccanico del futuro, si svolge nel 2077;

  • in SG-1, la serie tratta da Stargate, il 2077 è l’anno in cui i protagonisti credono di essersi risvegliati.

Non è tutto, perché pure i videogiochi Overwatch (il primo e il secondo), Red Faction (il primo e il secondo), System Shock (sia l’originale sia il remake), Deus Ex: Invisible War e Shadowrun Chronicles: Boston Lockdown sono ambientati nel 2077. Ancora: in Continuum, un gradevole e non molto conosciuto serial di fantascienza che si vede in streaming su Prime Video, una detective viaggia indietro nel tempo per arrivare sulla Terra del presente. Partendo dal 2077, ovviamente.

Perché il 2077, fra logica, lingua e grafica

Insomma, c’è indubbiamente un trend che riguarda il 2077 come il quando preferito in cui fare svolgere le vicende. Ma perché succede? Una prima spiegazione viene dalla logica: per chi scrive di fantascienza, che sia per un libro, per un film, una serie tv o un videogioco, serve un momento nel tempo che sia in là ma non troppo in là.

Detto meglio: perché la vicenda sia credibile o plausibile, e magari permetta alla persone di identificarsi più facilmente, dev’essere ambientata in un futuro possibile. E per essere possibile, questo futuro dev’essere relativamente prossimo, non il 10191 di Dune. E però, non troppo prossimo, altrimenti chi legge, guarda, videogioca, capirà che quello che sta vedendo non è possibile, perché se fosse possibile lo saprebbe già. È necessario trovare un compromesso: avanti nel tempo ma non troppo avanti.

E il 2077 è insieme l’anno più vicino a noi ma più lontano che abbia dentro più numeri 7. Che sembrano essere il vero motivo per questo innamoramento collettivo per il 2077, che già di suo è un numero graficamente bello da vedere, appagante per gli occhi, rotondo all’inizio e spigoloso alla fine. Da solo, il 7 è anche un numero caro all’umanità: è quello fortunato nel gioco d’azzardo e nei giochi di carte, ricorre spesso nella Bibbia, abbiamo 7 giorni nella settimana, 7 continenti, 7 mari, 7 colori nell’arcobaleno. Pure Biancaneve stava con 7 nani.

Questo ci porta a un’altra ragione plausibile: la parola sette è una parola bella da pronunciare. Riempie bene la bocca, ha un suono piacevole: in inglese (la lingua in cui vengono costruiti molto titoli), è l’unico numero fra 1 e 9 che abbia due sillabe e dal punto di vista metrico il suo utilizzo permette di costruire quelli che si chiamano trimetri trocaici. Parole che suonano bene, come appunto duemilasettantasette.

youtube: il trailer italiano di Oblivion

Il precedente: tutti nel 1997

Premesso tutto questo, si capisce che a fare la magia, dal punto di vista grafico, simbolico e linguistico, è la ripetizione del numero 7 più che quello che ha davanti. Ma quindi nella fantascienza ci sono stati altri utilizzi del 7? E ci sono stati anche nel secolo precedente a quello che stiamo vivendo? Decisamente sì, a conferma di questa tesi.

Per esempio, Interstellar inizia nel 2067, anche se poi a furia di salti nel tempo chissà dove e quando finisce. Andando più indietro: nella saga di Terminator, il 29 agosto del 1997 è il Giorno del Giudizio, quello in cui Skynet diventa senziente e tenta di spazzare via l’umanità, e due film (Judgment Day e Genisys) sono specificamente ambientati proprio nel 1997; Predator 2 si svolge nel 1997, così come Apri gli occhi, il film spagnolo che ha ispirato Vanilla Sky, e Crimes of the Future, un semisconosciuto film del 1970 diretto da David Cronenberg. E probabilmente non c’è bisogno di dire quando vanno in scena le vicende raccontate in 1997: Fuga da New York di John Carpenter, con il titolo italiano che lo esplicita chiaramente.

Restando ad altri classici della fantascienza moderna, è vero che i due Blade Runner sono ambientati rispettivamente nel 2019 e nel 2049 e che la saga di Matrix si svolge intorno al 2199, ma sono probabilmente le classifiche eccezioni che confermano la regola. Che al prossimo giro ci porterà verso il 2177. O il 2277. Oppure anche il 2777, ovviamente.

@capoema

Fonte : Repubblica