Colonnine di ricarica delle auto elettriche, abbiamo costruito una mappa

Già il nome, Piattaforma unica nazionale, non aiuta a capire di che si tratti. Ossia della mappa delle colonnine di ricarica delle auto elettriche. Le modalità di pubblicazione, poi, rendono davvero poco utili i dati rilasciati dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), responsabile del progetto, che a fine marzo ha pubblicato la mappa delle colonnine in collaborazione con il Gestore dei servizi energetici (Gse).

Cosa non funziona nei dati

Sono diverse le pecche nei dati pubblicati dal ministero. La più evidente è che manchi un tasto download che consenta di scaricare i dati. Beninteso: non è questo un vezzo da nerd degli open data. Renderli scaricabili consentirebbe lo sviluppo di applicazioni per smartphone che permettano di visualizzare la mappa della rete di ricarica in maniera più comoda, oltre che veloce, che collegandosi al sito del ministero via browser.

Succede ad esempio in Francia, dove le informazioni relative alle colonnine sono pubblicate in formato aperto dall’ottobre 2014 ed aggiornate quotidianamente. Senza guardare all’estero, ogni giorno il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) rilascia il prezzo dei carburanti in tutti i distributori di benzina del paese. Insomma, basterebbe copiare.

In un mondo perfetto, il Mase potrebbe chiedere direttamente agli operatori che gestiscono le colonnine di rendere interoperabili i loro dati, così da permettere agli automobilisti di sapere in tempo reale se la colonnina verso cui si stanno dirigendo è funzionante o se è occupata da qualcun altro. Già oggi per esempio i due principali operatori italiani, Enel X e Be Charge (società che fa capo a Eni) consentono sulla propria applicazione di conoscere la disponibilità, ma anche di attivarle, delle colonnine l’una dell’altra.

Altre problematiche nei dati rilasciati riguardano l’incompletezza, nel senso che non sono presenti per esempio le colonnine della rete di Tesla, e la mancanza di indicazioni rispetto alla frequenza di aggiornamento. Quanto ci vorrà, in altre parole, perché le colonnine di nuova installazione compaiano sulla Piattaforma unica nazionale?

Cosa funziona nei dati

Come spesso acadde quando la pubblica amministrazione italiana non pubblica dati in formato aperto, ci ha pensato l’associazione onData a scaricare e rilasciare su GitHub il dataset che sta alla base della mappa pubblicata dal Mase. Ed è utilizzando questi ultimi che Wired ha costruito innanzitutto questa mappa.

Ogni punto sulla mappa rappresenta una colonnina. Il colore indica invece la potenza di erogazione: si va dalle slow, che non vanno oltre i 7kW, a quelle ultra fast, che arrivano fino a 350kW. I filtri nella parte bassa consentono di zoomare fino al livello comunale. Attenzione: prima di cambiare provincia o regione, occorre cancellare il filtro. Un’ultima avvertenza: consultare la mappa, specie da mobile, richiede una buona dose di pazienza, visto che è molto pesante da caricare.

Fonte : Wired