Il giovane Berlusconi, la origin story di Silvio arriva su Netflix

Tutti i supereroi, e soprattutto gli antieroi, ma se vogliamo anche i villain, hanno una origin story. E Il giovane Berlusconi vuole proprio raccontare quella di Silvio Berlusconi. Scomparso lo scorso giugno, il Cavaliere è stato un personaggio tanto cruciale quanto controverso dell’ultimo mezzo secolo d’Italia e le conseguenze del suo impatto si vedono ancora oggi. Anche se forse è ancora presto, sono diversi i tentativi negli ultimi tempi di ripercorrerne e decifrarne la parabola umana e professionale. Così farà appunto questa docuserie in tre puntate che sarà diffusa da Netflix a partire dall’11 aprile.

La docuserie

Dopo Sanpa su Vincenzo Muccioli e Wanna su Wanna Marchi, la piattaforma streaming ci ha abituato a ricostruzioni biografiche scrupolose ma anche avvincenti dei personaggi più chiaroscurali del nostro passato recente. Diretti da Simone Manetti (Marta, il delitto della Sapienza, Nel nome del figlio), gli episodi de Il giovane Berlusconi ripercorreranno attraverso immagini di archivio e testimonianze inedite i primi passi del futuro presidente del consiglio, quando ancora cercava di sfondare come imprenditore immobiliare. Ecco allora la fondazione del complesso immobiliare e residenziale di Milano 2, e poi l’intuizione di estendere quella che era la tv via cavo che fungeva da servizio di lusso per i vari condomini in un network prima locale e poi nazionale di reti private. Erano gli albori, anche quelli, di Canale5 e poi Mediaset.

Le prime immagini della serie vedono non a caso Berlusconi intervistato da Mike Bongiorno, uno dei volti di punta delle sue reti: “Tu ti occupi bene di tante cose, distribuzione, editoria, cinema, calcio, costruzioni, come fai non lo so, ma non ti è mai venuto in mente di entrare in politica?”, gli chiede il conduttore. E lui risponde: “Io sono un uomo del fare, quindi quello che so fare bene è l’imprenditore, lasciami fare il mio mestiere“. Una controprofezia illuminante, se vogliamo, così come lo è capire quale fosse l’immagine del Cavaliere all’epoca e com’è cambiata in seguito. Tra le testimonianze chiave quelle di uomini vicinissimi a lui, come Fedele Confalonieri, Adriano Galliani e Marcello Dell’Utri (quest’ultimo condannato nel 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa e poi presente nel testamento di Berlusconi con un legato da 30 milioni di euro). Dopo l’Italia, Il giovane Berlusconi, una co-produzione anche con la tedesca ZDF e la franco-tedesca Arte, arriverà anche in altri paesi del mondo.

Fonte : Wired