Chi è Guillaume Restes, il portiere titolare più giovane d’Europa

L’incipit della sua carriera ricorda un po’ quello delle favole, perché tale può essere considerata la sua repentina trasformazione da elemento del settore giovanile a portiere titolare della prima squadra. Ma nella storia che vede protagonista Guillaume Restes non ci sono incantesimi, né bacchette magiche: solo le qualità di un diciottenne con una personalità che ha poco a che vedere con quella dei suoi coetanei, ed il coraggio di un allenatore come Carles Martínez Novell (un passato da mister nel settore giovanile del Barcellona) che ha deciso di promuoverlo subito piazzandolo tra i pali del Tolosa, già nella partita inaugurale della Ligue 1 2023/24, impressionato dalla sicurezza che ha mostrato nella preseason.

Un balzo in avanti tale da renderlo quasi un predestinato, e che ha dell’incredibile se si considera una stagione scorsa passata sempre nella seconda squadra del club transalpino, con una sola convocazione coi “grandi” risalente a gennaio nella Coupe de France a fare da vice al titolare Kjetil Haug, a suo volta “secondo” a quel Maxime Dupé poi venduto la scorsa estate all’Anderlecht. La “sliding door” di Restes sta proprio in questa cessione: perché Martínez Novell non è troppo convinto della promozione del portiere norvegese avallandone peraltro il ritorno in patria (ora sta al Bodo/Glimt) e sostenendo che riporre la fiducia sul diciottenne Guillaume era la cosa giusta da fare. Cosa che peraltro ha pensato anche Thierry Henry, che a settembre 2023 lo ha subito convocato e fatto partire titolare nella nazionale Under 21, e credito totale confermato tanto in campionato (finora sempre schierato dal 1’) quanto nella campagna europea del Tolosa, che ha visto i Violets passare la fase a gironi di Europa League finendo secondi un punto dietro al Liverpool e davanti all’Union Saint Gilloise.

Restes non è altissimo, con i suoi 185 centimetri i quali rappresentano un’altezza inferiore rispetto alla nuova generazione dei portieri, ma ha dalla sua senso della posizione, reattività, dinamismo ed una particolare attitudine alle uscite basse. Senza contare i due aspetti che maggiormente stupiscono: la capacità di essere leader nel guidare la difesa con carisma senza lesinare urli a compagni ben più esperti, e un piede sinistro da playmaker. Ed è proprio la naturalezza con cui imposta e la precisione nella ricerca della profondità coi suoi lanci che lo rende un numero uno moderno ed efficace nello svolgere compiti di costruzione, spesso richiesti ai suoi pari ruolo. Ha una valutazione di una decina di milioni, con prezzo decisamente tendente al rialzo. Intanto, vale la pena segnarsi il suo nome e provare a fare un pronostico: ai prossimi Mondiali, uno dei posti nella nazionale francese sarà il suo. Perché se il suo percorso di crescita continuerà ad essere costante, tra due anni sarà facile immaginarlo con un biglietto aereo per gli Stati Uniti.

Fonte : Today