Alla 1000 Miglia 2024 correrà ancora un’auto a guida autonoma: vi raccontiamo come funziona

Al via la 1000 Miglia 2024, gara di auto di regolarità a tappe nata alla quale partecipano veicoli costruiti prima del 1957 per un tragitto di 1.600 chilometri da Brescia a Roma e ritorno. Con qualche eccezione in cui a farla da padrone è la tecnologia più moderna. Il Politecnico di Milano per il secondo anno porta alla 1000 Miglia un’automobile a guida autonoma. Quest’anno una Maserati GranCabrio Folgore, elettrica al cento per cento. Una pre-serie con un’autonomia di circa 350 chilometri, decappottabile per mostrare l’avatar che simboleggia la guida da parte del computer (un telaio in vetro con al centro alcuni led orizzontali) ma sempre con un pilota umano con funzione di supervisore.

Il laboratorio Move del Politecnico di Milano

L’auto può percorrere la 1000 Miglia 2024 in piena sicurezza anche grazie alla normativa italiana e al Decreto “Smart road” che sta aprendo la via alla sperimentazione della guida autonoma totale o In poco più di un anno il laboratorio Move del Politecnico di Milano, coordinato dal professor Sergio Savaresi, ha letteralmente messo in pista una serie di auto a guida autonoma di crescente complessità ed è coinvolto in una serie di progetti su fronti diversi: piccole auto elettriche per fare da navetta lungo le tangenziali o tra settori diversi, sistemi di potenziali, futuri car sharing e altri modi per portare avanti l’idea che la guida autonoma sia possibile, soprattutto se sposata con l’elettrico.

Perché attenzione, qui bisogna fare una serie di piccole distinzioni, come ci spiega Chiara Marchesi, 26 anni, ingegnere dell’automazione e project manager di uno dei numerosi progetti in corso al laboratorio che ci ha mostrato le auto e la strategia della ricerca del laboratorio Move. Prima di tutto, bisogna capire che la guida autonoma si può fare anche sulle auto con motore termico, anche se i risultati con quelle elettriche sono migliori da un punto di vista funzionale e ambientale.

Poi, che la prospettiva a cui punta il Politecnico di Milano è quella della sostenibilità: meno auto a disposizione di tutti, capaci di arrivare a prendere il passeggero, portarlo a destinazione e poi andare via per il prossimo trasporto. Il segreto della mobilità sostenibile non è l’elettrico di per sé (peraltro fondamentale) ma la drastica riduzione del numero di veicoli in circolazione.

Sensori e tecnologia della Maserati autonoma

Marchesi sottolinea che la Maserati del Politecnico è piena di sensori aggiunti alla struttura dell’auto: due radar (uno frontale e uno posteriore), tre coppie di videocamere e due Lidar, i sensori laser per il telerilevamento che Elon Musk non vuole sulle sue Tesla ma che per gli ingegneri del Politecnico sono fondamentali. E poi i Gps ad altissima precisione, che sono in grado di collocare l’auto con uno scarto di pochi millimetri nello spazio, oltre ovviamente al sistema Starlink che permette il collegamento a internet importante per la telemetria (fondamentale per vedere in diretta cosa succede all’auto) e al supercomputer mobile capace di far girare in tempo reale l’intelligenza artificiale e i sistemi di guida. Un sistema estremamente evoluto ma anche altamente “energivoro”, che impatta sull’autonomia dell’auto elettrica.

Fonte : Wired