Tacconi deve ancora operarsi, qualcuno lo ha abbandonato: “Con Lapo eravamo amici, mi ha fatto male”

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Stefano Tacconi racconta qualcosa che gli ha fatto male, nel momento di massima difficoltà dopo l’emorragia cerebrale di due anni fa che mise a repentaglio la sua vita: l’assenza umana di Lapo Elkann. “Eravamo grandi amici, ma lui ha smesso di farsi sentire…”, racconta l’ex portiere della Juve e della nazionale, che spiega perché si deve operare di nuovo.

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Stefano Tacconi deve operarsi di nuovo, ma non è niente di preoccupante, secondo quanto spiega lo stesso 67enne ex portiere della Juventus e della nazionale: il peggio insomma è alle spalle. L’emorragia cerebrale che lo aveva colpito nell’aprile di due anni fa, col provvidenziale intervento del figlio Andrea che era con lui, la successiva corsa in ospedale, il coma di una settimana e mezza e due interventi chirurgici, sono fortunatamente il passato. Adesso si tratta di risolvere i problemi circolatori dovuti ad alcuni trombi e poi “sarò come nuovo“. Quello che fa male a Tacconi è altro e riguarda gli affetti: essere stato abbandonato da quello che reputava un suo carissimo amico, Lapo Elkann.

E questo mi ha fatto male: eravamo grandi amici, io e Lapo, ma lui ha smesso di farsi sentire…“, dice amaramente Tacconi, che invece spende ben altre parole di riconoscenza per Walter Zenga, suo rivale a cavallo degli anni ’80 e ’90 per i pali dell’Italia, con l’interista per lo più titolare e il perugino suo vice. Il silenzio di Lapo Elkann è davvero strano, visto il rapporto di lunga data tra i due e il bellissimo post che l’imprenditore di casa Agnelli aveva dedicato a Tacconi subito dopo il grave malore.

Il post di Lapo Elkann per Stefano Tacconi poco dopo il malore dell'ex portiere

Il post di Lapo Elkann per Stefano Tacconi poco dopo il malore dell’ex portiere

Tacconi ha fatto tanti progressi da quando l’aneurisma al cervello fece temere per la sua vita, ma la strada è ancora lunga, come spiega nell’intervista al settimanale ‘DiPiù’: “Ora, anche se sto meglio e sono tornato a camminare, il mio calvario non è ancora finito. Le ultime visite che ho fatto hanno evidenziato dei coaguli di sangue, dei trombi, nelle gambe e nella vena aorta. Devono aprirmi e darmi una sistemata. Mi hanno promesso che poi sarò come nuovo. Mi sento un leone, i medici hanno detto che il mio recupero ha del miracoloso. Parlo in maniera scorrevole, senza ‘incartarmi’, e non ho strascichi“.

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L’ex portiere umbro si mostra davvero positivo: “Assieme alla mia famiglia ho deciso di festeggiare le mie dimissioni dall’ospedale, il mio sessantasettesimo compleanno (è stato il 13 maggio, ndr) e anche il tredicesimo anniversario di matrimonio con Laura. Tre feste insieme per celebrare, nello stesso momento, i tre giorni più importanti della mia vita“.

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Fonte : Fanpage