“Il ponte sullo Stretto è un bancomat di Stato: perché Meloni tiene segreti documenti da 14 miliardi?”

Ci sono nuovi dubbi per il ponte sullo Stretto. Dopo la notizia della proroga di sei mesi chiesta al ministero dell’Ambiente per le autorizzazioni mancanti e le criticità trovate nel progetto definitivo sulla macchina inesistente che dovrebbe testare i cavi portanti del ponte, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli, porta l’attenzione sugli atti tra il governo Meloni, la Stretto di Messina S.p.A. e il consorzio Eurolink – guidato da WeBuild – che dovrà costruire l’opera.

“Da tempo chiediamo chiarezza e trasparenza – dice Bonelli a Today.it – Abbiamo chiesto gli atti, ma la Stretto di Messina ci ha risposto dicendo che alcuni di questi, tra cui la gara d’appalto, sono segreti e quindi non possono darli. Tutto ciò è inammissibile perché se in una democrazia si spendono 14 miliardi di euro di soldi pubblici, come fai a dire che ci sono atti segreti? Ma si evidenzia anche un’altra cosa: la richiesta di proroga di 120 giorni ci dice che hanno delle difficoltà che loro pensavano di poter gestire. I nodi stanno venendo al pettine”. La Stretto di Messina ha risposto alle richieste del deputato che però smentisce. 

Perché ci sono dei “documenti segreti” per costruire il ponte sullo Stretto: “Bancomat di Stato”

Bonelli si riferisce agli accordi tra il governo Meloni – tramite il ministero delle Infrastrutture di Salvini e il ministero dell’Economia di Giorgetti -, la Stretto di Messina S.p.A. – la società concessionaria dello Stato per progettare il ponte – e il consorzio Eurolink  guidato da WeBuild che dovrà costruirlo. La base è la convenzione stipulata nel progetto del 2003, poi fermato dal governo Monti e per cui, all’epoca, lo Stato andò a contenzioso per un miliardo di euro con gli attori descritti. Ora, il governo Meloni ha “riattivato” quel progetto con gli stessi attori, facendo decadere il contenzioso (che lo Stato stava vincendo). Il problema è che non si conoscono i termini del nuovo accordo. 

Il ponte sullo Stretto “non è fattibile”: c’è scritto proprio nelle carte del progetto

“Stanno realizzando un meccanismo blindato, è una procedura studiata molto bene che di fatto impedisce di analizzare gli atti e investe parecchi soldi, in particolar modo nella progettazione – ci dice Bonelli –  Il rischio è che si trasformi in una sorta di Bancomat di Stato”. Ma qual è lo scopo? “Hanno recuperato il progetto vecchio per salvare la gara d’appalto con WeBuild ma non ne conosciamo i dettagli, sono segreti. Non siamo in Corea del Nord e l’accessibilità degli atti dovrebbe essere garantita”.

Di conseguenza, non sappiamo quanto lo Stato potrebbe pagare per penali in caso il progetto venga accantonato, per un motivo o l’altro: “Se tra sei mesi la società Stretto di Messina firma l’atto negoziale con le penali, lo Stato recede dal contenzioso che ha vinto e si apre una fase in cui loro sono legati allo Stato come con una catena – spiega il deputato di Alleanza Verdi Sinistra – E se per una serie di motivi il progetto si ferma, ci sarebbe l’obbligo per lo Stato, quindi per i cittadini italiani, di pagare le penali. Ecco perché bisogna intervenire”. 

La risposta della Stretto di Messina: “Atti in corso di definizione, documenti passati a Bonelli”. Ma lui smentisce

La Stretto di Messina ha risposto così alle dichiarazioni di Bonelli: “L’atto aggiuntivo alla convenzione di concessione, richiesto, è in corso di definizione con il Mit, quindi al momento non disponibile. Inoltre, la documentazione riguardante il rapporto negoziale tra la Stretto di Messina e il contraente generale, è in corso di definizione”.  Fonti della società spiegano all’Ansa che la Stretto di Messina “ha fornito al deputato Angelo Bonelli, come da lui richiesto, tutta la documentazione approvata e gli elaborati progettuali, superando anche quanto stabilito dalla Commissione per l’accesso agli atti istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri”. 

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Il diretto interessato ha smentito la versione della Stretto di Messina: “Non corrisponde al vero che la società Stretto di Messina mi abbia fornito tutti i documenti richiesti – dichiara il deputato –  In particolare non mi sono stati consegnati: l’atto negoziale del 29 settembre tra SdM e consorzio Eurolink sull’aggiornamento del progetto, non mi è stato consegnato il verbale di aggiudicazione della gara del 2005, mi è stato comunicato che l’atto negoziale e atti aggiuntivi con il consorzio Eurolink sull’opera non mi verranno consegnati perché ritenuti riservati. Tutto ciò non può e non deve sapere un fatto privato”. 

Il ponte sullo Stretto si farà? Cosa succede al progetto con i ritardi

La Stretto di Messina, tramite il suo amministratore delegato, Pietro Ciucci, ha chiesto ufficialmente una proroga al ministero dell’Ambiente per fornire la documentazione aggiuntiva richiesta sul progetto definitivo. La presentazione di questi documenti slitta a settembre e, con loro, l’inizio dei lavori che Salvini aveva previsto nell’estate 2024.

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“Lo stesso ministero dei Trasporti, prima di Salvini, aveva detto che il ponte non si poteva fare – ricorda Bonelli – Ora sono consapevoli che il ponte a campata unica ha delle problematiche, oltre alle questioni che avete sollevato anche voi. Dove vogliono arrivare? A una variante di progetto, continuando questa erogazione di fondi per le progettazioni: un evidente sperpero di soldi pubblici”.

Così, Bonelli si rivolge direttamente a Giorgia Meloni: “Per questa ragione mi rivolgo alla premier, a cui chiedo un incontro, non so se la premier è a conoscenza di quello che sta facendo il suo vicepremier, Salvini: come può essere segreto qualcosa che impegna 14 miliardi di euro di soldi pubblici?”.

Fonte : Today