La profezia del male Recensione: i tarocchi svelano solo delusione

Un gruppo di giovani adulti, concentrati ognuno sui propri drammi personali e su un futuro ancora da costruire, si è riunito per una vacanza lontano dal trambusto quotidiano e cittadino. Durante una delle varie serate trascorse insieme a divertirsi in una villa affittata per l’occasione, accade qualcosa di strano: trovano un artefatto apparentemente antico e oscuro con il quale scelgono, ingenuamente, di giocare insieme. Questo è l’incipit de La profezia del male (Tarot, in originale), film horror tratto dal romanzo Horrorscope di Nicholas Adams, diretto da Spencer Cohen e Anna Halberg, disponibile nei cinema italiani dal 9 maggio 2024.

Partendo da un contesto orrorifico di una semplicità e familiarità disarmante, la pellicola tenta di giocare con il terrore di un racconto oscuro e di matrice violenta, alternandone le dinamiche più disturbanti a una particolarissima indole narrativa dalla verve leggera e adolescenziale, sia dal punto di vista della sceneggiatura che della scrittura per immagini. Così ci si ritrova coinvolti in un viaggio in cui la struttura narrativa si ispira a tantissimi altri film dello stesso genere, lavorando su un’esposizione che avrebbe sicuramente potuto dare e lasciare molto di più agli spettatori al cinema (se amanti dell’horror e alla ricerca di qualcosa di nuovo da vedere, vi rimandiamo alla nostra recensione di Home Education – Le regole del male).

Una vacanza come tante

Paxton, Elise, Page, Haley, Lucas, Grant e Madeline sono grandi amici, o almeno così sembra, dato che La profezia del male non approfondisce mai i rapporti fra i suoi protagonisti. Durante una vacanza fuori città, in quella che sembrerebbe essere una vecchia villa affittata per l’occasione, in un momento di noia scovano una scatoletta con dentro delle carte, precisamente tarocchi.

Essendo che Haley sa come utilizzarli e soprattutto leggerli, scelgono di farsi fare l’oroscopo, passando, di conseguenza, una serata diversa. Le carte che hanno trovato, però, non sono come le altre, sembrano antiche e disegnate a mano, consunte dall’utilizzo che qualcuno ne ha ipoteticamente fatto nel tempo. Le profezie che ne derivano sono tutte curiosamente inquietanti, pur essendo comunque facilmente interpretabili. Quella notte cambierà per sempre la vita di tutti i giovani protagonisti proiettandoli in una serie di eventi traumatici e oscuri che nessuno di loro avrebbe mai aspettato di vivere sulla propria pelle. Dal divertimento di una serata diversa deriva tutta la mostruosa e brutale violenza al centro de La profezia del male, di una storia in cui l’ingenuità del divertimento adolescenziale si connette con qualcosa di molto distante e vicinissimo.

Tutto prevedibile ma…

Fin dai primissimi istanti in apertura de La profezia del male si può percepire il binomio young adult e horror che porterà avanti l’intera narrazione fra alti e bassi. Partendo da un contesto narrativo visto in moltissimi altri lungometraggi dello stesso stampo, però, il film non riesce mai veramente a spiccare in qualche modo, a brillare di luce propria, proponendo un quadro in cui lo spavento si connette con una consequenzialità violenta che avrebbe meritato sicuramente una caratterizzazione maggiore. Alcuni ragazzi trovano dei tarocchi oscuri e vengono uccisi uno dopo l’altro, nulla di nuovo se non fosse per il mistero di fondo che coinvolge anche, perdendosi comunque con l’avanzare degli eventi in corso. Così tutto l’interesse resta saldamente ancorato non al racconto, ma solamente ai momenti più spaventosi e alle scelte estetiche, formali e sonore in questo senso (una dinamica del genere, ampliata però a dismisura, l’abbiamo riscontrata nella recensione di Saw X).

Per quanto riguarda il resto, La profezia del male non ha troppo da offrire. I personaggi sono riconoscibili al limite dello stereotipo, presentando alcuni caratteri che restano sempre e comunque sulla superficie (con qualche piccola eccezione) di una scrittura che non sembra avere alcuna voglia di lanciarsi in approfondimenti, o anche soltanto di farti affezionare a loro in qualche modo. Nessun protagonista riesce a spiccare, o anche soltanto a lasciare qualcosa, con la storia che cerca di ragionare tantissimo e continuamente soprattutto sul concetto di destino e di accettazione della propria esistenza. Un lavoro del genere, ovviamente, si collega perfettamente alla trovata dei tarocchi e al loro ruolo all’interno degli eventi, come anche a tutte le simbologie più umanamente recondite che da sempre si associano alla lettura di queste carte.

Il folklore e i vani tentativi dell’umanità di controllare il proprio futuro ritornano in un monito che fa da filo conduttore all’intero lungometraggio, aprendo la strada a una riflessione di fondo che sarebbe stata pure interessante se sviluppata diversamente. Purtroppo, anche nel suo messaggio principale, La profezia del male risulta essere un lavoro abbastanza pigro, concentrato più nel cercare di spaventare che nel valorizzare le possibilità narrative principali e tutto quello che ne potrebbe derivare. Emerge la prevedibilità di una storia che non convince mai fino in fondo, che non rapisce pur presentando una costruzione iconografica potenzialmente affascinante nel suo insieme (soprattutto nei segni zodiacali e nella loro percezione in relazione all’indole degli individui).

Il terrore violento resta la vera costante di un racconto che si sviluppa servendosi di una leggerezza di fondo mai del tutto convincente, lasciandosi dietro anche alcune superficialità che tentano di emergere senza trovare equilibrio. Al netto dell’esperienza sul grande schermo, però, La profezia del male trova pure dei momenti curiosi, lavorando le immagini in favore di certe trovate narrative che lasciano il segno: si tratta di sequenze specificamente orrorifiche costruite per restare impresse, pur non osando mai fino in fondo. Il grande problema di questo film, infatti, non risiede nella sua estetica o nella costruzione formale, ma proprio nella scrittura e nella caratterizzazione delle vicende oltre l’orrore in corso.

Servendosi di una manciata di personaggi facilmente riconoscibili nel loro essere, La profezia del male ne anticipa le sorti fin dai primi istanti, proponendo un’esperienza violentemente prevedibile, costellata di momenti interessanti che restano, purtroppo, improduttivi. Nell’inevitabile confronto con gli altri prodotti cinematografici dello stesso genere, la pellicola diretta da Spencer Cohen e Anna Halberg vorrebbe sperimentare senza però riuscirci fino in fondo. Il risultato si traduce in un intrattenimento cinematografico più semplice di quanto si possa immaginare, in termini horror, senza aggiungere nulla a quello che ci si potrebbe aspettare partendo dal trailer.

Fonte : Everyeye