Grande Giove: 15 anni di social network in Italia

Il 24 ottobre 2009 è la data della prima apertura degli uffici di Facebook in Italia, avvenuta poco meno di un anno e mezzo dopo il lancio della piattaforma in lingua italiana. Quindici anni fa, il social network di Zuckerberg vantava 300 milioni di utenti attivi quotidianamente. Oggi, questo numero è quasi quadruplicato, raggiungendo circa 2 miliardi di utenti.

Nel sesto episodio di Wired15 di Grande Giove, il podcast promosso da Wired in occasione del suo quindicesimo anniversario, abbiamo discusso del ruolo dei social media e del loro impatto sulla nostra vita nel corso degli ultimi quindici anni insieme a Riccardo Pirrone fondatore di Kir Web, un’agenzia creativa con sede a Roma che ha collaborato con clienti di rilievo come Taffo, Sorgenia, Roadhouse, Medici senza frontiere, Honda e The Fork. Oltre che fondatore di Kir Academy, un istituto di formazione per coloro che desiderano diventare social media manager.

Secondo Pirrone, il mondo dei social media ha avuto uno spartiacque dopo il quale tutto è cambiato. “Quando i contenuti hanno cominciato a diventare virali, gli utenti, e sopratutto le aziende, si sono resi conto del potenziale di espressione creativa offerto dalle piattaforme digitali”. Questo cambiamento ha dato origine alla figura dell’influencer e ha aperto nuove opportunità per le aziende di raggiungere il loro pubblico target. “Gli influencer sono diventati dei nuovi media, trasmettendo contenuti 24 ore su 24 e raggiungendo un vasto pubblico, in molti casi maggiore rispetto a quello dei media tradizionali, come la televisione”. Ad oggi le aziende sono ancora il principale motore di guadagno per i social network, sostiene Pirrone. E considerando che Amazon ha guadagni che rasentano il Pil di paesi come la Svezia “possono fare molto per la società, investendo nelle comunità e risolvendo problemi che loro stesse hanno contribuito a creare, come nel caso dell’industria del fast fashion“. Rispetto ad altri paesi del mondo, l’Italia è ancora indietro nell’utilizzo dei social media, “ancora sto cercando di convincere le piccole e medie imprese a investire. Arriveremo a capirlo prima o poi”. Ma oltre alla pubblicità, si stanno esplorando altre fonti di guadagno, come le vendite di “spunte blu su X, o con gli abbonamenti che offrono nuovi modi fare comunicazione.

Tuttavia, mentre emergono sempre nuove opportunità, sono aumentati anche i rischi causati dalla pervasività dei social, come quelli legati alla privacy e alla gestione dei dati online, ma anche alla diffusione di notizie false. Nonostante i tentativi di combattere questo fenomeno, Pirrone rimane dell’idea che, “i social continueranno ad alimentare il problema delle fake news”. Ecco allora che l’unico modo per migliorare la situazione è quello di educare le persone a un uso più consapevole delle piattaforme: “Dovremmo utilizzare i canali televisivi per istruire le persone sull’uso responsabile dei social network, così come una volta si insegnava l’italiano Questa potrebbe essere una via per colmare il divario nella comprensione digitale e promuovere una maggiore consapevolezza tra gli utenti di tutte le età.

Ai microfoni Daniele Ciciarello e Matteo Imperiale, con il coordinamento editoriale di Luca Zorloni, l’assistenza editoriale di Maddalena Sara e il supporto operativo e logistico di Elena Lotto.

Fonte : Wired