Soldi, massaggio e bagasc**: cosa sognano i cortigiani di Giovanni Toti

La migliore amica? Una bagasc** alla quale va fatto il regalo ”più brutto che c’è”. Il passatempo preferito? Giocare a sbafo al casinò: con fiche a volontà, nel senso del gettone colorato da puntare sul tavolo verde. Quindi massaggio finale in camera, anche questo ovviamente a scrocco. E hotel di lusso. Bracciali Cartier. Borse di Chanel. Ogni scandalo ha i suoi feticci. E il suo vocabolario.

La corte di Giovanni Toti (nella foto sotto, con Giorgia Meloni) in questo senso è un libro aperto. Più che il presidente di centrodestra della Regione Liguria – agli arresti domiciliari dal 7 maggio con l’accusa di corruzione e comunque ben lontano da questi bagordi – bisogna ascoltare i suoi cortigiani. Come Aldo Spinelli, che a 84 anni, è l’instancabile re del porto di Genova con le sue compagnie di trasporto marittimo. E il suo presunto protégé, Paolo Emilio Signorini, 61 anni, dal 2016 al 2023 a capo dell’autorità portuale genovese.

Tutte le spese al casinò

Tra le 654 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, le parole assumono una loro classifica. La più ripetuta: Montecarlo vince con 646 citazioni, anche nella versione Monte Carlo. E se aggiungiamo Monaco, saliamo a 747. Ma con Principato si arriva a 857: praticamente un’ossessione. Sembra infatti il luogo preferito per i fine settimana di Signorini. Ma anche di Spinelli che, secondo i magistrati, gli paga il conto. E non dovrebbe farlo, vista la carica pubblica di Signorini, suo controllore come presidente dell’Autorità di sistema portuale della Liguria.

Giovanni Toti con Giorgia Meloni

Il secondo posto tocca a una delle comparse: compare infatti 408 volte, ma non essendo indagata, la ragazza non la citiamo. Quindi casinò, sempre quello di Monte Carlo: 182 volte. Poi ecco belin: ben 170 citazioni. Ma solo perché siamo a Genova ed è inutile aspettarsi che un maschio genovese non chiami in giudizio ogni tre parole il suo genitale. Così, per fedeltà al testo delle intercettazioni, anche la signora giudice che ha firmato gli arresti ha dovuto scrivere 170 volte l’immonda bisillaba.

Finalmente arrivano i soldi

Finalmente arrivano i soldi: i milioni vengono ripetuti 167 volte. Non si tratta però del valore delle tangenti, ma del costo delle opere da sbloccare con la presunta corruzione. I tre sequestri preventivi ordinati dal Tribunale agli arrestati, perché ipotetico frutto dei reati, raggiungono invece la cifra di 574.611 euro. Quasi una miseria, rispetto alle passate tangentopoli. L’ultimo ministro ligure, tirato in ballo anni fa da un finanziamento illecito e salvato dalla prescrizione, da solo superava il milione di euro: erano i soldi con cui era stata pagata la sua casa romana affacciata sul Colosseo. A sua insaputa, disse lui, entrando così nella storia della commedia all’italiana. Ma siamo a Genova e il risparmio è proverbiale.

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L’elenco delle regalie calcolate dai magistrati fa comunque il suo effetto. La lista ”delle spese certe fruite da Signorini durante i soggiorni a Monaco” si snocciola per quattro pagine e mezzo. Ma il totale da dicembre 2021 ad agosto 2023, contestato nell’atto di accusa, si ferma a 74 mila 246 euro e 78 centesimi: dai 15 euro di bibite al minibar del 10 luglio 2022 ai 7.100 euro del bracciale Cartier comprato venti giorni dopo, passando per i 254 euro di conto del Buddha Bar.

Come Fantozzi in paradiso

Certo, povero presidente dell’autorità portuale, con il suo stipendio di 230 mila euro l’anno lordi, deve essersi sentito Fantozzi in paradiso. Spinelli al confronto è uno sceicco: ”C’ho la carta di credito della banca di Monte Carlo – si vanta con Signorini – ho fatto salire [il limite di spesa] a cinquecentomila dollari”. E il presidente del porto di Genova, sempre secondo le trascrizioni dei magistrati, esclama: ”Un albero di Natale!”.

La successiva parola più citata dal Tribunale è ca**o: 127 ripetizioni, come sopra nel caso del cugino belin. Poi Riesi: 122 volte, luogo siciliano di provenienza della colonia mafiosa genovese che, secondo l’accusa, in cambio di assunzioni e appartamenti popolari avrebbe fatto votare Giovanni Toti. Quindi massaggio: 114 citazioni, anche con il suo plurale a più mani. Gioco e giocare: 112. Corruzione: 92. Figlia: 76. Carta di credito: 43. Regalo: 40. Vantaggio: 33. Moglie: 27. Mafioso e lusso: 21. Cosca: 20. Cricca: 12. Schifo: 10. Fiche: 9, così scrive la Treccani, sempre nel senso dei gettoni del casinò. Suocera: 7. Mafia: 6. Troi***: 5. È l’insulto più triste che appare nei dialoghi, quando mandano due della cricca a comprare un orologio da regalare a un’amica del capo: ”300, di più non spendere. Uno piccolino da 300 [euro]. Me ne vai a prendere uno da donna? Per un troi*** di 30 anni? Ti facciamo un regalo per la Comunione, giusto? L’amore è importante… Se c’hanno quella carta da fasciare con scritto bagasc**”.

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Sembra un gioco. Ma è anche la classifica delle priorità di questa politica sotto inchiesta. Genova ospita tre autorità. In ordine di importanza: il presidente del porto, il sindaco, il presidente della Regione. L’avvocato di Giovanni Toti ha dichiarato che si tratta di un clamoroso equivoco: tutti i finanziamenti contestati, spiega la difesa, sono stati infatti consegnati al comitato elettorale. Speriamo sia davvero così. Anche perché l’espressione citata soltanto una volta nelle intercettazioni degli indagati riguarda tutti noi: interesse pubblico.

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Fonte : Today