Laura e Claudia tamponate e uccise in autostrada, assolto il conducente: “Incapace di intendere e volere”

Due amiche, Laura Amato di 54 anni, e Claudia Turconi di 59, sono state uccise mentre stavano rientrando a casa da una festa. Era la notte del 18 febbraio 2022, quando Amine Mohamed El Mir ha travolto con la sua auto, senza frenare alla barriera autostradale Ghisolfa sulla A4 Torino-Milano, la macchina con a bordo le due donne. A distanza di quasi due anni, l’uomo di 39 anni è stato assolto perché incapace di intendere e di volere al momento dei fatti, come accertato da due perizie in fase di indagini. 

È quanto deciso nella giornata del 7 maggio durante il processo con rito abbreviato dal gup di Milano Tommaso Perna, che ha disposto, data la pericolosità sociale dell’uomo, la misura di sicurezza in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Misura che sarà rivalutata tra due anni e che proseguirà nel caso sia ancora ritenuto pericoloso.

La perizia psichiatrica

Come si è arrivati a questa conclusione? Nel corso delle indagini sono state disposte due perizie che in entrambi i casi hanno ritenuto l’imputato soffrire di un disturbo psicotico paranoide con crisi da ‘fine del mondo’. Ma andiamo per gradi. A fine giugno 2023 il gip Ileana Ramundo aveva disposto un supplemento di perizia psichiatrica nominando l’esperto Marco Lagazzi, dopo che da un precedente accertamento, sempre deciso dal giudice e affidato allo psichiatra Raniero Rossetti, era emerse il vizio totale di mente. Era stato accertato nella relazione che l’uomo soffre di una psicosi paranoide con crisi “da fine del mondo”. E le nuove analisi psichiatrico-forensi avevano confermato nella sostanza gli esiti del primo accertamento.

Secondo la perizia sul comportamento del 39enne – accusato di omicidio stradale e che era già sottoposto a misura di sicurezza (prima in un ospedale e poi in una comunità) nell’inchiesta del pm Paolo Filippini e della Polizia stradale di Novara – quella notte aveva inciso quel disturbo psicotico di cui soffre da anni, non l’hashish né le benzodiazepine che aveva assunto.

Malgrado i suoi disturbi già accertati, però, il 39enne aveva ancora la patente valida. Era pure stato dichiarato incapace di intendere e di volere in passato in un procedimento per rapina, lesioni e violenza privata, ma non gli era stata tolta la patente. I familiari delle vittime, a ogni modo, sono riusciti ad avere risarcimenti dall’assicurazione dell’auto. 

Fonte : Today