Trasformare i ‘no’ in ‘sì’: la storia di Massimo e della sua famiglia

Ogni genitore desidera che i propri figli possano trascorrere una vita piena e serena.
Per questo, li affiancano e li sostengono nel loro percorso, al meglio delle proprie possibilità.

Per quanto possa sembrare semplice, però, questa attività diventa particolarmente dura nel caso in cui il proprio bambino abbia delle difficoltà; in questo caso, infatti, i familiari sono costretti a moltiplicare i propri sforzi che, però, da soli possono non bastare.

Ecco perché è importante che queste famiglie non vengano lasciate sole, bensì possano fruire del sostegno necessario, per metterle nella condizione di poter raggiungere traguardi insperati.
Come nel caso di Massimo e della sua famiglia che, grazie al supporto della Lega del Filo d’Orosono riusciti a trasformare i tanti “no” ricevuti in “sì”.

[embedded content]

Un percorso fatto di tanti traguardi

A soli 4 mesi, a Massimo è stata diagnosticata la sindrome di Norrie, una patologia genetica rara caratterizzata da cecità totale.
Questo gli ha precluso moltissime possibilità, fin dalla più tenera età, che è stata costellata da numerosi “no”.

Racconta Enza, la sua mamma:
«No, non potrà apprendere; no, non riuscirà a fare. Ce lo diceva la scuola e tutto il mondo circostante. Lui questo “no” l’ha interiorizzato così tanto che per anni, a qualsiasi proposta rispondeva allo stesso modo».

Sia lei che il papà Mauro, però, non si sono mai lasciati scoraggiare e hanno sempre creduto nelle potenzialità del figlio.
Ad un certo punto si sono rivolti alla lega del Filo d’Oro, Enza ricorda il loro primo incontro:
«A 3 anni e mezzo la “Lega” ci ha accolti per il suo primo trattamento intensivo. Hanno impostato subito un percorso che valorizzasse le sue potenzialità. Poi a Osimo siamo tornati altre quattro volte».

Grazie all’impegno dell’équipe interdisciplinare composta da psicologi, pedagogisti, fisioterapisti, operatori educativo-riabilitativi ed altre figure professionali – Massimo è riuscito ad ottenere ottimi risultati, tra cui l’impiego della Barra Braille.
Gli era stato detto che non avrebbe mai imparato ad utilizzarla, cosa che, invece, ha fatto. La chiave sta nel credere che i limiti possano essere superati, nell’utilizzo di metodi appropriati e dell’affiancamento di professionisti che sappiano guardare oltre i limiti imposti dalla disabilità.

Racconta Mauro, il papà di Massimo:
«Ci avevano detto che non sarebbe riuscito ad imparare neanche il braille per leggere, a distanza di sei anni abbiamo un ragazzo che ragiona, impara e che ha scelto il tema della libertà come argomento di tesina per i suoi esami di terza media».

C’è stato un periodo difficile, dai 6 ai 13 anni, durante il quale la graduale perdita dell’udito ha creato notevoli problemi, causando una crescente tendenza all’isolamento.
Fortunatamente, in seguito la situazione è migliorata grazie all’impianto cocleare.

Oggi Massimo ha 15 anni, frequenta il secondo anno del liceo delle scienze umane ed è un ragazzo sereno.
Naturalmente, il suo percorso è in continuo divenire, ma lui e la sua famiglia sanno di poter contare sul fatto che non saranno lasciati soli.
Enza sottolinea che, tra gli aspetti più apprezzabili della Lega del Filo d’Oro, c’è l’attenzione al singolo:
«Qui gli operatori lavorano sulla persona specifica, cioè proprio su Massimo, non su una “tipologia” di utente».

Ogni gesto conta

È di cruciale importanza poter continuare a offrire supporto a bambini come Massimo e alle loro famiglie; per poterlo fare, però, è fondamentale il contributo di tutti.
Ogni azione, infatti, piccola o grande che sia, fa la differenza.

È possibile essere vicini a chi non vede e non sente destinando il 5×1000 alla Lega del Filo d’Oro.
È sufficiente inserire la propria firma e il Codice Fiscale 80003150424 nella propria dichiarazione dei redditi, nell’area a sostegno degli Enti del Terzo Settore.
Un gesto d’amore, che non costa nulla, ma che, per tante famiglie, rappresenta #unaiutoprezioso.

Fonte : Today