Bonus 100 euro: a chi spetta e come fare richiesta

Il bonus 100 euro, ideato dal governo Meloni e ribattezzato bonus tredicesima, non arriverà direttamente nelle tasche dei suoi potenziali beneficiari, ma saranno questi ultimi a doverlo richiedere ai propri datori di lavoro. Lo riporta La Repubblica, specificando che il sussidio una tantum per i dipendenti sarà conferito ai soggetti interessati a gennaio 2025 e varrà 100 euro lordi.

A chi spetta

Nel dettaglio, per poter incassare il bonus 100 euro i lavoratori dovranno aver maturato nel corso del 2024 un reddito non superiore ai 28mila euro. Al contempo, l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro (escluse pensioni e assegni a esse equiparati) percepiti dal lavoratore dovrà essere più alta delle detrazioni spettanti. In pratica, le persone che non dispongono di un reddito sufficientemente alto da poter essere dichiarato, i cosiddetti contribuenti incapienti, non avranno diritto al bonus. Tale circostanza crea di fatto anche una soglia minima relativamente al reddito annuo dei beneficiari della misura pari a 8.500 euro.

Per accedere al sostegno i cittadini dovranno avere il coniuge e almeno un figlio a carico, ma la bozza del decreto ha previsto secondo il quotidiano anche i casi di nuclei famigliari monogenitoriali con almeno un figlio a carico: è il caso, per esempio, dei genitori non coniugati, di quelli separati e di quelli che hanno figli adottivi, affidati o affiliati senza essere coniugati o essendo separati.

Quanto vale il bonus

Il bonus sarà infatti soggetto alle normali ritenute fiscali e detrazioni, partendo dall’aliquota di riferimento del 23%. Il sostegno sarà inoltre proporzionato all’effettivo periodo di lavoro. I 100 euro lordi varranno dunque solo in caso di dodici mesi pieni di occupazione e ogni singolo mese varrà circa 8,33 euro lordi.

Il sostegno riguarderà in totale 1,1 milioni di famiglie e sarà erogato ai beneficiari con la busta paga di gennaio 2025. I dipendenti dovranno chiederlo al proprio datore di lavoro autocertificando di averne diritto e indicando nella dichiarazione anche i codici fiscali del coniuge e dei figli a carico. I sostituti d’imposta recupereranno il credito maturato in compensazione con le imposte e con i contributi da versare. Spetterà inoltre a loro verificare il diritto all’indennità e recuperare, nel caso si dovesse in un secondo momento rivelare non spettante, recuperare l’importo versato.

Fonte : Wired