Elezioni europee, l’Ue apre un’indagine su Meta per scarso contrasto alla disinformazione

Meta starebbe facendo troppo poco per arginare la disinformazione sulle piattaforme social di sua proprietà, Facebook e Instagram. Per questo La commissione europea ha quindi deciso di avviare un procedimento formale per valutare se l’azienda abbia violato la legge sui servizi digitali (il Digital service act) sulla protezione dell’integrità delle elezioni europee, esponendo i cittadini del Vecchio Continente a pubblicità ingannevoli e disinformazione. Sono tre gli aspetti sui quali la Commissione ha chiesto con urgenza una risposta di Meta: “Moderazione pubblicitaria inadeguata sfruttata per interferenze e truffe straniere; inadeguato accesso ai dati per monitorare le elezioni; strumento non conforme per segnalare contenuti illegali”.

L’indagine in vista delle europee. Focus su possibili interferenze russe 

L’indagine è destinata a fare pressione su Meta affinché faccia di più in vista delle elezioni che si terranno quest’estate in tutti i 27 Paesi dell’UE per eleggere i nuovi membri del Parlamento europeo. Il voto, che si terrà dal 6 al 9 giugno, è tenuto sotto stretta osservazione alla ricerca di segni di interferenze straniere, in particolare da parte della Russia, che ha cercato di indebolire il sostegno europeo alla guerra in Ucraina.

L’indagine su Meta segna un passaggio importante nella definizione che l’Unione europea vuole avere nel contrasto alla disinformazione online. Un approccio più muscolare rispetto agli Stati Uniti, dove la libertà di parola e altre protezioni legali limitano il ruolo che il governo può svolgere nel controllare il discorso online. La nuova legge dell’Unione Europea, chiamata Digital Services Act, è entrata in vigore l’anno scorso (ma pienamente applicabile ai fornitori di servizi online solo dal 17 febbraio 2024) e dà alle autorità di regolamentazione un’ampia autorità per controllare Meta e altre grandi piattaforme online sui contenuti condivisi attraverso i loro servizi.

“Le grandi piattaforme digitali devono essere all’altezza dei loro obblighi e mettere a disposizione risorse sufficienti, e la decisione di oggi dimostra che siamo seriamente intenzionati a rispettarli”, ha dichiarato in un comunicato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, il ramo esecutivo dell’UE.

I campi dell’indagine: pubblicità, politici e disinformazione

In dettaglio, secondo quanto riportato in queste ore,  la procedura aperta dalla Commissione europea si concentreranno su tre aree:

  • Pubblicità ingannevole e disinformazione. La Commissione sospetta che Meta non rispetti gli obblighi di Dsa relativi alla diffusione di pubblicità ingannevoli, campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati nell’Ue. La proliferazione di tali contenuti può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori;
     
  • Visibilità dei contenuti politici. La Commissione sospetta che la strategia di Meta legata all”approccio ai contenuti politici”, che declassa i contenuti politici nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook, compresi i loro feed, non sia conforme agli obblighi della Dsa. L’indagine si concentrerà sulla compatibilità di tale politica con gli obblighi di trasparenza e di obblighi di trasparenza e di ricorso degli utenti, nonché con i requisiti di valutazione e mitigazione dei rischi per il discorso civico e i processi elettorali;
     
  • L’indisponibilità di un efficace strumento terzo di monitoraggio in tempo reale del discorso civico e delle elezioni in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo e di altre elezioni in vari Stati membri. Meta è in procinto di mettere in soffitta “CrowdTangle”, uno strumento di public insights che consente il monitoraggio delle elezioni in tempo reale da parte di ricercatori, giornalisti e società civile.

Fonte : Repubblica