Gold Mass, suoni da un altro mondo per la ricerca della felicità

Ho imparato ad osare. Da lì in poi ho sempre osato. Per fare musica ci vuole tantissimo ascolto della musica fatta da altri. Devi scegliere i tuoi maestri e capire cosa fanno. Però poi devi osare. E quando osi vedi che tutto quello che hai ascoltato va a finire nel nuovo lavoro, ma è qualcosa di unico tuo, che racconta di te”. Gold Mass, artista sempre più interessante nel campo della musica elettronica, arrivata al terzo lavoro, l’Ep Flare, parla così di Paul Savage, il produttore scozzese di livello internazionale (Mogwai, Franz Ferdinand, The Delgados, Arab Strap), che, con grande sorpresa, anche sua, aveva accettato di produrre il suo primo album, quando era ancora sconosciuta e aveva una manciata di demo, le prime canzoni in assoluto che aveva scritto. Savage ha lasciato in Gold Mass una grande sicurezza in se stessa e un know-how importante, tanto che ora balla da sola, produce in prima persona i suoi dischi. E i suoi suoni sono sempre più profondi, stratificati, perfetti. Quello di Gold Mass è un suono magico, che porta in un altro mondo, in un’altra dimensione. Ma anche in un rave di Berlino, a ballare in modo sfrenato e istintivo la miglior musica EDM, con riff elettronici degni delle migliori hit dance. Anche se Gold Mass i club europei li gira, e si trova perfettamente a suo agio, viene dall’Italia, dalla Toscana, e si chiama Emanuela Ligarò. La sua storia è affascinante e magica come la sua musica. È una storia da Wired.

La fisica e la musica? Hanno una connessione

Fonte : Wired