La prima maestra creata con l’IA in Italia potrebbe cambiare il mondo della scuola

Si chiama Maestra Genia, è esperta in oltre 30 materie e può aiutare sia gli studenti a prepararsi per un compito in classe, sia i professori con metodi innovativi di insegnamento e strumenti utili per organizzare lezioni interattive. Alcuni sono molto curiosi, altri sollevano domande fondamentali sul futuro dell’intelligenza artificiale nel mondo scolastico

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È nata da un prompt, un comando che gli sviluppatori hanno dato all’intelligenza artificiale affinché creasse una insegnante “dalle fattezze simpatiche e questo è stato il risultato che poi insieme abbiamo approvato” racconta Eugenio Azzinari, fondatore insieme a Marian Adel, della start up Cogit AI di Reggio Emilia. 

Il progetto è nato dalla volontà di proporre un approccio nuovo all’insegnamento, partendo dall’uso sempre maggiore dell’AI da parte delle generazioni più giovani. Il lavoro, raccontano i fondatori, si articola su due livelli.

“Sulla piattaforma dedicata, Maestra Genia si presenta come una tutor virtuale con cui si può interagire su qualsiasi tema scolastico. 

Sui social propone contenuti originali realizzati con l’intelligenza artificiale generativa”. Qui infatti l’insegnante virtuale fa interviste brevi a personaggi del passato come Einstein, Dante e Napoleone, propone quiz e questionari di logica, presenta i suoi podcast. “Prendiamo un argomento, per esempio la bomba atomica, e ipotizziamo che siano gli attori storici che hanno contribuito a crearla a raccontare in prima persona la loro esperienza”, spiega Azzinari che specifica che anche le immagini e i testi sono del tutto creati con l’IA, con qualche piccolo aggiustamento da parte degli sviluppatori per evitare ripetizioni o imprecisioni. 

“Grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale generativa, è possibile creare un tipo di contenuto che avvicina gli studenti allo studio in maniera diversa, sotto un aspetto meno tradizionale”. 

Uno strumento utile per studenti e docenti 

Le conoscenze di Maestra Genia sono costruite sulla base di contenuti presenti online, che vengono analizzati e rielaborati. “A chi studia con la nostra tutor digitale consigliamo sempre di verificare e ricontrollare le informazioni che fornisce. Bisogna sottolineare che c’è sempre un margine di errore” conclude Azzinari.

Le funzionalità che offre la piattaforma sono moltissime. Si va dalla possibilità di creare prove per testare le proprie conoscenze su un argomento, alla capacità di Maestra Genia di elaborare sintesi o analizzare quadri e fotografie.  “Faccio un esempio – dice Azzinari – se è un c’è un libro o degli appunti, possono essere caricati sulla piattaforma. In base alle richieste che l’utente fa, studente o docente che sia, l’IA restituisce un’analisi, una sintesi oppure un approfondimento. È come avere tutti gli effetti un assistente virtuale che che semplifica e velocizza il lavoro”. 

Gli ambiti di competenza dell’insegnante vanno dal latino all’architettura, dalla storia dell’arte alla matematica, le materie che può insegnare per adesso sono più di 30.

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Le reazioni al progetto

A poche settimane dal lancio della piattaforma, la start up ha ricevuto riscontri molto diversi. Qualcuno si è detto curioso di comprendere le potenzialità dell’insegnante virtuale, dei circa mille iscritti “il 60 per cento è composto da docenti che ne hanno fatto un uso consistente” conferma la start up. 

Altri hanno sollevato dubbi: il tutor virtuale non semplifica troppo il lavoro per gli studenti? Un’intelligenza artificiale può davvero fare da insegnante senza il lato empatico, fondamentale nell’apprendimento? “Non è un modo per levare il lavoro ai docenti” risponde Azzinari. “Abbiamo pensato a Maestra Genia come un supporto allo studio, uno dei tanti modi in cui si può apprendere, con un approccio che si avvicina agli strumenti che i ragazzi stanno usando sempre di più. Non potrà mai sostituire l’esperienza scolastica, di contatto tra gli studenti e i professori, e non è la nostra ambizione”. 

Il rischio che studenti e studentesse ne facciano un uso scorretto c’è, ammette Azzinari, per questo c’è bisogno di una educazione all’utilizzo dello strumento che deve avvenire con il supporto degli adulti affinché tutto venga fatto in modo corretto e consapevole. Le tecnologia in sé non è né buona né cattiva. 

Azzinari paragona l’avvento dell’IA nel mondo della scuola all’introduzione della calcolatrice. “Sono strumenti che velocizzano il lavoro ma dal mio punto di vista non andranno a limitare o a pregiudicare la creatività o la voglia di apprendere, l’Intelligenza Artificiale non può e non deve fare il lavoro al posto nostro, è solo uno strumento come altri che può supportarci nelle nostre attività”. 

Fonte : Sky Tg24