“The Fall Guy” sa come far divertire ma poteva essere qualcosa di più

The Fall Guy è il film giusto per chi è fan di Ryan Gosling, di Emily Blunt, del regista David Leitch, di chi vuole una action comedy in grado di regalare perle e citazioni, di decostruire il genere con scene di inseguimenti e scazzottate divertenti e dissacranti. Tanta energia, spesso molto parodistica, molto spettacolare, un cast di richiamo, un eroe che usa un sacco di autoironia e non si prende sul serio. Oppure si? Alla fin fine c’è l’impressione di avere di fronte una macchina che viene tenuta sotto controllo fin troppo, un film che poteva dare di più se non avesse cominciato a voler abbracciare troppo i topoi di quell’universo che si era prefissato l’obbiettivo di prendere per i fondelli. 

The Fall Guy – la trama

Protagonista di The Fall Guy e lo stuntman Colt Seavers (Ryan Gosling) che al momento se la passa abbastanza male, visto che dopo sei anni in cui è stato incaricato di sostituire il divo Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson) durante le riprese dell’ultimo blockbuster dell’intrattabile celebrità, ha rimediato un gravissimo incidente, che lo ha tagliato fuori per più di un anno dal mondo del cinema. Come se non bastasse, questo ha anche distrutto la relazione che aveva con l’aiuto regista Jody Moreno (Emily Blunt) al punto che i due hanno sostanzialmente rotto ogni rapporto. Costretto a fare da parcheggiatore in un ristorante messicano, vede la seconda opportunità arrivare nel momento in cui la produttrice Gail Meyer (Hannah Waddingham) lo contatta, chiedendogli di venire sul set per essere ancora una volta uno stuntman. Il film è una grandissima produzione fantascientifica, di cui la regista (alla sua prima grande occasione) è proprio la sua ex fiamma Jody. Pieno di buoni propositi e di intenzioni il nostro Colt si precipiterà sul set, ma si troverà invischiato in una losca storia criminale. Nel frattempo, cerca però di riallacciare i rapporti con la sua amata, mentre distrugge una macchina, si lancia da un grattacielo, insomma fa lo stuntman.

David Leitch è un regista che con John Wick, Atomic Blonde e Bullet Train, ha contribuito a rinnovare sicuramente l’identità del cinema action, ma soprattutto è un ex stuntman, e agli stuntman The Fall Guy è dedicato in tutto e per tutto, a questa categoria che ancora oggi, a dispetto delle grandi riforme o supposte tali della Academy, nessuno ha pensato di dedicare una statuetta degli Oscar, o comunque dare un po più di visibilità. Toglierebbero l’illusione supereroistica dei vari divi e dive per i quali affolliamo il botteghino ma The Fall Guy sa come connettersi in parte a Once Upon a time in Hollywood di Quentin Tarantino, a tanti altri film che hanno cercato di parlarci del duro mestiere di chi rischia di sfracellarsi a terra in mille modi diversi, contribuendo al nostro divertimento. Questo ci arriva da un action comedy che, fin da subito, cerca di parodiare più generi contemporaneamente, prende sostanzialmente per il culo alcune delle più gloriose e gigantesche produzioni cinematografiche degli ultimi anni, ponendosi come prodotto ad un tempo cinefilo e allo stesso tempo anti cinefilo. 

Da un film sugli stuntman non ti puoi aspettare di meno che un grande lavoro a livello di spettacolarità, ed in effetti The Fall Guy sa come non solo farci comprendere la natura della complessità di ciò che avviene sui set cinematografici al giorno d’oggi, con i vari equilibri produttivi, l’incredibile numero di tecnici e manovalanza coinvolti, quanto essere un regista oggi significhi bene o male soprattutto essere leader di una squadra che deve andare all’unisono. Il film sa anche come far arrivare la pericolosità di ciò che neppure gli effetti visivi di ultima generazione sono riusciti a togliere. Sì perché la verità è che ciò che ci fa abbracciare The Fall Guy, è la certezza che nessun effetto speciale potrà sostituire la credibilità che, da più di cent’anni, certe acrobazie di fronte ad una telecamera sanno regalare al pubblico, e questa costante proprio in questo XXI secolo ha trovato una nuova dimensione dominante. 

Si ride e ci si diverte ma manca un po’ di pepe

The Fall Guy ogni modo sa come far ridere e divertire. Ryan Gosling però è tenuto forse un po troppo al guinzaglio rispetto al passato, la sceneggiatura è buona a livello di struttura ma non tanto a livello di dialoghi e gag, spesso scolastici. L’insieme non gli permette di avere un arsenale con il quale fare qualcosa di più di gigioneggiare, e per quanto il suo personaggio di stuntman sfigato, macho fallito che però quando serve menare sa unire in sé il meglio del cinema di Jackie Chan con i personaggi alla Peter Sellers o Charlie Chaplin, vi è la sensazione che manchi un qualcosa. Detto questo però, Gosling in The Fall Guy riesce a reggere il film totalmente sulle sue spalle quando serve, armato di quello sguardo tra il ridicolo e il macho che è diventato un po un suo marchio di fabbrica. Chi esce veramente malino è Aaron Taylor-Johnson che si trova troppo sopra le righe e dà una caratterizzazione fin troppo esagerata e macchiettistica al suo divo fuori di testa. Non va purtroppo benissimo neppure alla solitamente bravissima Emily Blunt.

Per quanto Leitch le regali un personaggio con cui avrebbe potuto veramente fare fuochi d’artificio, ed in cui spesso il regista si diverte anche a prendere un po’ in giro il recente corso femminista ed inclusivo, la verità che viene completamente oscurata dalla Waddingham (ottima prova la sua). Ma anche qui bisogna chiamare in causa lo script, che la costringe nei panni di una sorta di bambolina adolescenziale molto passiva, qualcosa di un pochino irricevibile per una quarantenne. La chimica tra i due non è sempre al massimo, da metà in poi in particolare, se si escludono le scene d’azione e le varie citazioni, The Fall Guy comincia a perdere un pochino di ritmo, coesione e soprattutto imprevedibilità. Il film non riesce alla fine a scegliere tra essere una parodia, un action comedy vero e proprio, meta narrazione o chissà che altro, ed in questa sua natura un po’ ibrida c’è un po il meglio di quello che offre ma anche un po tutti i motivi per il quale appare sempre un po frenato. Soprattutto, il film comincia a prendersi troppo sul serio, un po’ come visto con Barbie

Ad ogni modo, il giudizio finale su The Fall Guy è più che sufficiente, non solo perché si ride spesso e volentieri, non solo perché bene o male il film e un’enorme  ma affettuoso sberleffo allo star system e alla seriosità mitologica di Dune, Blade Runner 2049, Cowboy Bebop, I Guardiani della Galassia e ciò che il cinema action in ogni sua forma offriva nei mitologici anni ’80. The Fall Guy è soprattutto un viaggio su quanto fare lo stuntman sia qualcosa che dovremmo rispettare maggiormente, su come l’industria cinematografica in particolare dovrebbe cercare in qualche modo di darci maggior cognizione di causa su chi sono questi pazzi. Sono loro che si lanciano dai grattacieli, si sfracellano a bordo di bolidi, si lanciano dagli elicotteri e tanto altro ancora. Certo, The Fall Guy poteva essere un grande cult, invece è “solamente”, un action comedy valido e divertente, perfetto per distrarsi un po’ in sala.

Voto: 6,5

Fonte : Today