Spy x Family Code White, perché ci è piaciuto tantissimo

Dopo una partenza riuscita – un assaggio perfetto per chi non conosce la serie, quindi zeppa di gag spiritose, interazioni familiari rincuoranti e l’atmosfera riconoscibile e particolare – e una parte centrale un po’ debole, l’ultimo terzo di Spy x Family Code: White è, letteralmente, una bomba. Visivamente impeccabile (è animata dal Wit Studio di Attack on Titan e da CloverWorks di The Elusive Samurai) la parte finale, ambientata tra i cieli e, è un gioiello di azione, tra inseguimenti, esplosioni, incendi, sparatorie e combattimenti a colpi di arti marziali. Yor dà sfoggio delle sue abilità in un duello all’ultimo sangue nel quale, spietata e letale, sembra un incrocio tra Chun Li, Michelle Yeoh e la Nikita televisiva. Le sequenze aeree sono degne di Porco rosso e basterebbe che qualcuno gridasse “Meglio porco che fascista!” per fare di Spy X Family Code: White un omaggio perfetto al capolavoro antimilitarista di Miyazaki. A proposito di antimilitarismo, un altro pregio di Spy X Family, forse il maggiore, è rintracciabile nei suoi meriti educativi, nella sua espressione dei valori che si traducono nella capacità di affrontare temi agghiaccianti come la guerra, il fanatismo, la dittatura, le discriminazioni, la paranoia e la violenza rivolgendosi agli adulti e ai bambini insieme. Insegnando con grazia, verità e delicatezza che vale la pena combattere contro questi orrori.

Fonte : Wired