“Il 22 maggio morirò, regalatemi la coppa”: dopo la telefonata struggente il tifoso svela la verità

Il suo messaggio aveva commosso la Capitale e l’Italia intera, ma per fortuna la storia del tifoso romanista che aveva annunciato di essere malato terminale si è rivelata in parte falsa. In parte perché il ragazzo, raggiunto dall’AdnKronos, ha spiegato che in realtà la sua “non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni – ha aggiunto – e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado…”. 

Il caso è nato da una struggente telefonata a Tele radio stereo, nella quale il tifoso chiedeva alla sua squadra di vincere la finale dell’Europa League il 22 maggio a Dublino spiegando che lo stesso giorno aveva preso accordi per il suicidio assistito in Svizzera. “Se c’è una cosa che vorrei, anche se è l’ultima…Ho fatto tutto quello che potevo fare, ma se c’è una cosa che vorrei è sta ca**o di coppa del ca**o”.

Un appello arrivato anche alle orecchie dell’allenatore giallorosso De Rossi che aveva cercato, senza successo, di mettersi in contatto col tifoso: “Questa cosa ci ha toccato particolarmente, la società sta cercando un modo di rintracciare questo ragazzo per cercare di fare quello che gli possa far piacere. Non riusciamo a rintracciarlo, se avesse voglia di contattarci saremmo felici”. A quanto pare però il giovane si era inventato tutto. A quanto risulta all’Adnkronos, il supporter dei giallorossi ha una moglie con la quale si è sposato neanche un anno fa, “una donna erede di una ricca e famosissima famiglia”. 

Il tifoso ha però rivelato che la sua malattia, per quanto non terminale, è una cosa seria. “Il fine vita? È un pensiero per me estremamente rilassante, per questo l’ho citato. Io tengo duro per i miei affetti, per mia moglie, ma con questa malattia cronica che mi distrugge la vita quotidiana, con il medico che mi ha sempre assistito e operato e mi ha detto che non c’è nulla da fare… ecco, viene da pensarci”.

Quanto a quella telefonata alla radio, il tifoso spiega di averla fatta “perché mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma, come pure oggi. Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta. Per questo tanti amici che hanno sentito il mio intervento in diretta alla radio mi hanno preso per pazzo, riconoscendo la mia voce. Mi hanno chiamato in tanti, increduli di cosa nascondo”.

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Fonte : Today