Linkin Park, Mike Shinoda ricorda il primo incontro con Chester Bennington: “Era molto diverso da ciò che sarebbe diventato”

Mike Shinoda dei Linkin Park ha ricordato il momento in cui ha incontrato Chester Bennington e ha capito che la carriera della sua band, Xero, sarebbe cambiata per sempre. Chester è il cantante di una band della sua città, Phoenix, chiamata Grey Daze, ha pubblicato due album ma secondo Mike Shinoda che lo incontra grazie a Jeff Blue della etichetta Zomba Records: “Era molto diverso da come è diventato dopo. Non aveva quella voce iconica e riconoscibile. Era piccolo, magrolino con una voce stridula e non gridava nel microfono come ha fatto dopo. Aveva uno stile aggressivo ma quell’impatto non faceva parte del suo repertorio”.

Insieme, Chester Bennington e Mike Shinoda hanno trovato un’intesa e un suono: “Provando e sbagliando abbiamo creato il DNA dei Linkin Park. Qualcosa non funzionava ma altre cose erano molto buone”. Il fondatore dei Linkin Park ha spiegato l’emozione di scoprire il talento di Chester Bennington: “Al tempo cantava come tutti i cantanti che aveva ascoltato fino a quel momento e che lo avevano ispirato. Quindi in ogni pezzo aveva uno stile e un suono completamente diversi e io gli ho detto: no, devi essere te stesso in ogni canzone”.

Chester Bennington trova la sua voce e un modo di interpretare e scrivere testi che affrontano “Emozioni universali di cui tutti parliamo” come dice nelle prime interviste. Il risultato è Hybrid Theory primo album dei Linkin Park, che con 32 milioni di copie diventa uno dei debutti più venduti di sempre e un album simbolo del rock alternativo degli anni duemila.     

Fonte : Virgin Radio