Economia e occupazione in testa alle preoccupazioni degli italiani in vista delle europee

I cittadini dell’Unione sono sempre più interessati alle politiche del blocco, ma generalmente gli italiani tendono ad essere un po’ più freddi. Lo rivelano i risultati dell’ultimo Eurobarometro del Parlamento europeo, prima delle elezioni di giugno. Il quadro generale è relativamente positivo per l’Eurocamera, con i dati che puntano ad un tendenziale miglioramento nell’attitudine dei cittadini nei confronti dell’unica istituzione eletta direttamente dagli europei. 

Gli indici di interesse nei confronti delle elezioni europee sono aumentati non solo rispetto alla rivelazione dell’autunno 2023 (+3% nella media Ue che arriva così al 60%), ma soprattutto rispetto all’indagine primaverile del 2019, prima che si votasse per la legislatura uscente (allora questa cifra era 49%). Quanto alla probabilità di recarsi alle urne, sette intervistati su dieci (71%) dichiarano di essere intenzionati a votare alle prossime europee, in aumento rispetto al 61% di cinque anni fa: un dato che, come il precedente, è sostanzialmente uguale sia nel campione italiano che nella media europea. L’81% degli intervistati sottolinea inoltre come il voto nel 2024 sia ancora più importante dato il complesso contesto geopolitico internazionale. Sarà da vedere se questi dati porteranno ad un aumento effettivo dell’affluenza nel weekend tra il 6 e il 9 giugno.

Quanto agli argomenti cardine della campagna elettorale, gli italiani mostrano una predilezione marcata per le tematiche economiche: al primo posto delle preoccupazioni nel Belpaese troviamo l’economia e l’occupazione (41%, dieci punti percentuali in più rispetto alla media Ue), la salute pubblica (38% contro una media del 32%) e la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (28%, cinque punti al di sotto della media Ue). Questo non stupisce se si affiancano queste cifre a quelle relative alle capacità di spesa: quasi un italiano su due (48%) dichiara di aver avuto difficoltà a pagare le bollette nell’ultimo anno, una percentuale molto superiore alla media europea (29%). Maggiore attenzione, sempre rispetto alla media, anche per diritti dei consumatori (25% contro 14%) e per l’indipendenza energetica (24% vs 17%), mentre è minore quella alla dimensione della difesa (23% contro 31%).

I nostri connazionali sono tendenzialmente meno soddisfatti dei cittadini degli altri Paesi membri riguardo al funzionamento della democrazia in Europa: meno di un terzo degli italiani (29%) ritiene che la propria voce individuale conti in Ue (contro una media europea del 48%), mentre meno della metà (48%) pensa che la voce dell’Italia conti nell’Unione (media del 67% nei Ventisette). E la distanza rimane ampia anche se si guarda alla percentuale di italiani convinti che l’adesione del nostro Paese all’Ue sia una cosa positiva: lo crede solo il 45% degli intervistati, contro il 60% della media europea.

Ma non c’è grande entusiasmo neanche per il funzionamento della democrazia a casa nostra: solo il 36% degli intervistati crede che la propria voce individuale conti in Italia, mentre la media europea si attesta al 60%. Con riferimento specifico al Parlamento europeo, tuttavia, gli italiani sembrano apprezzare l’Aula di Strasburgo più degli altri cittadini europei (45% contro 41%), con l’entusiasmo maggiore che si registra nella fascia dei più giovani (il 62% degli intervistati tra i 15 e i 24 anni, contro il 40% degli over 55). 

Tra i successi che gli italiani riconoscono all’Ue c’è la gestione della pandemia da Covid-19 (positiva per il 49% degli intervistati), mentre il fallimento peggiore di Bruxelles è indicato dai nostri connazionali nell’approccio al fenomeno migratorio (giudicato positivamente da poco più di un italiano su cinque, il 22%).

Fonte : Today