Aborto, scontro tra Roma e Madrid. Meloni: “Ignoranti, non diano lezioni”

Da Madrid arrivano critiche a Roma per l’emendamento al disegno di legge sul Pnrr che prevede il coinvolgimento nei consultori di “soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”, tra cui quindi le associazioni pro-life contrarie all’aborto. La polemica ha superato i confini nazionali, tanto che Ana Redondo, ministra per l’Uguaglianza spagnola, ha sferrato una dura critica al provvedimento del governo italiano riguardanti il coinvolgimento nei consultori di realtà del terzo settore che sostengono la maternità. “Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini”, scrive la ministra spagnola su X (ex Twitter).

Durissima la risposta della premier Giorgia Meloni. “Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni”, ha chiosato il capo del governo all’ANSA, prima di recarsi al ricevimento del re Filippo dei Belgi a Bruxelles. 

Non è stata da meno la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. “Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra italiana, che si dichiara paladina della legge 194 ma non ne conosce il contenuto o fa finta di non conoscerlo, dal momento che contesta un emendamento che non fa altro che riprodurre alla lettera un articolo della legge sull’aborto in vigore da 46 anni”. 

Lo scontro si sposta nell’Aula di Montecitorio che nel pomeriggio, con la sola astensione in maggioranza di due deputati azzurri (Paolo Emilio Russo e Deborah Bergamini), boccia l’ordine del giorno presentato dal M5s sui consultori. Il testo prevedeva di tenere fuori da queste strutture coloro che, “ideologicamente orientati”, “tentano di negare le tutele sottese ai servizi che i consultori sono tenuti a garantire per avviare la procedura relativa all’interruzione di gravidanza”. La proposta di riformulazione del governo, rispedita al mittente, parlava invece della necessità, nei consultori, di “un equilibrio tra operatori sanitari obiettori di coscienza e non obiettori” e toglieva il riferimento all’aborto.

Fonte : Today