Alle elezioni in Croazia duello al vertice tra il presidente e il premier

La Croazia si appresta ad andare alle urne per eleggere mercoledì (17 aprile) il nuovo Parlamento, in quella che sarà una battaglia tra le due più importanti cariche dello Stato. Il presidente di sinistra Zoran Milanovic, si è candidato contro il primo ministro conservatore, Andrej Plenkovic. Fino al mese scorso, la vittoria di Plenkovic e del suo partito, l’Unione Democratica Croata (Hdz), sembrava assicurata, nonostante i risultati altalenanti, uno dei tassi di inflazione più alti della zona euro, la forte immigrazione irregolare e diverse accuse di corruzione. Ma ora la certezza non appare più assoluta.

Milanović aveva annunciato lo scioglimento del Parlamento lo scorso 15 marzo dopo l’apertura della crisi di governo da parte dello stesso premier Plenković. Convocando le urne anticipate, il presidente della Repubblica in carica dal 2020 e già premier tra il 2011 e il 2016 ha sorpreso gli elettori con l’annuncio della sua candidatura a primo ministro alla testa dei socialdemocratici croati. E ha anche sfidato le stesse regole della nazione non dimettendosi dal suo posto, nonostante la Corte costituzionale abbia stabilito che questa candidatura non era conforme alla legge e abbia intimato a Milanovic di dimettersi prima di fare campagna elettorale, egli è rimasto in carica.

Da allora, la campagna elettorale, per eleggere i 151 deputati del Sabor (il Parlamento nazionale), è stata segnata da scambi di insulti tra questi due diplomatici di carriera, noti per la loro lunga ostilità politica e personale. Prodotto della socialdemocrazia, Milanovic, 57 anni, negli ultimi anni ha adottato una retorica più populista e ha flirtato apertamente con la destra. Ha attaccato i migranti, accusandoli di venire “solo per ricevere benefici”, e ha ripetutamente criticato la posizione dell’Ue sull’invasione russa dell’Ucraina.

L’Sdp, che ha unito le forze con cinque piccoli partiti liberali e di sinistra in una coalizione denominata “Fiumi di giustizia”, ha incentrato la sua campagna sulla lotta alla corruzione e l’aumento dei salari e delle pensioni. “La corruzione ha incatenato la Croazia al punto che non si può fare nulla se non si conosce la persona giusta, se non si hanno conoscenze o una tessera di partito”, ha denunciato il leader del partito Pedja Grbin.

Essendo la figura politica preferita dai croati, il presidente Milanovic ha dato una spinta all’Sdp, che comunque secondo gli ultimi sondaggi rimane 10 punti dietro l’Hdz, con il 20% delle intenzioni di voto. Al terzo posto, il Movimento patriottico, un partito nazionalista di destra fondato nel 2020 ed entrato in Parlamento nel 2020, che potrebbe diventare l’ago della bilancia. Votare per l’Hdz significa votare per “stabilità, sicurezza e sviluppo”, ha dichiarato il 54enne primo ministro Plenkovic, in carica dal 2016. Ma con uno stipendio medio mensile di 1.240 euro e un prodotto interno lordo (Pil) che rappresenta il 76% della media Ue, la Croazia rimane uno dei membri più poveri dell’Unione.

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Fonte : Today