Jeffrey Epstein, sappiamo molto di più sugli ospiti della sua isola

Non ci sono molte informazioni pubbliche sulle attività di Jeffrey Epstein nel decennio precedente all’arresto del 2019. La maggior parte delle donne che si sono fatte avanti per accusare l’uomo raccontano di essere state aggredite negli anni Novanta e nei primi anni Duemila.

Cosa rivelano i dati

Ora, però, le 11.279 coordinate ottenute da Wired US certificano l’intenso traffico verso l’isola di Epstein – a quasi un decennio dalla sua condanna per reati sessuali – e individuano 166 luoghi negli Stati Uniti dove secondo Near Intelligence i visitatori di Little St. James vivevano e lavoravano (ma i dati portano anche a città in Ucraina, nelle Isole Cayman e in Australia, tra le altre).

L’analisi condotta da Near Intelligence sui dispositivi arrivati su Little St. James ha per esempio condotto a 80 città sparse tra 26 Stati e territori americani, con Florida, Massachusetts, Texas, Michigan e New York in cima alla lista. Le coordinate portano a ville all’interno di gated community in Michigan e Florida, case sull’isola di Martha’s Vineyard e Nantucket in Massachusetts, un nightclub a Miami e il marciapiede di fronte alla Trump Tower sulla Fifth Avenue a New York.

Le coordinate puntano anche a diverse proprietà di Epstein al di fuori di Little St. James, tra cui il suo ranch nel New Mexico e una villa sul mare a Palm Beach, dove secondo i procuratori americani il finanziere avrebbe fatto arrivare numerose “ragazze minorenni” allo scopo di molestarle e abusarne. Nei dati di Near Intelligence spicca l’assenza di località europee, dove i cittadini sono tutelati da leggi sulla privacy più stringenti rispetto agli Stati Uniti.

Le mappe dell’isola di Epstein realizzate dall’azienda illustrano in modo eloquente il livello di sorveglianza che i data broker possono mettere in atto con l’aiuto delle permissive norme sulla privacy statunitensi. Near Intelligence, che ha sede a Singapore e a Bengaluru, in India, si procura i dati di geolocalizzazione dagli ad exchange, aziende che interagiscono silenziosamente con miliardi di dispositivi mentre gli utenti navigano sul web e si spostano per il mondo.

Prima che una pubblicità mirata appaia su un’applicazione o un sito web, i telefoni e gli altri dispositivi inviano informazioni sui loro proprietari agli ad exchange ed ad altre piattaforme, includendo spesso i dati sulla posizione. Ma se gli inserzionisti possono usare questi dati per determinare le loro offerte ai clienti, aziende come Near Intelligence se ne appropriano per poi riconfezionarli, analizzarli e venderli.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, diverse agenzie pubblicitarie hanno interrotto i loro accordi con Near Intelligence, sostenendo che l’utilizzo dei dati da parte dell’azienda violasse i loro termini di servizio. Ufficialmente, questi dati di geolocalizzazione sono destinati alle aziende che vogliono capire dove dove lavorano e risiedono i potenziali clienti. Ma nell’ottobre del 2023, il Wall Street Journal ha rivelato che Near Intelligence aveva girato diverse informazioni all’esercito degli Stati Uniti.

Fonte : Wired