Vino, la crisi del clima minaccia di farlo scomparire

Un’altra possibilità è spostare i vigneti a nord. Il nuovo studio rileva che nelle regioni settentrionali dell’Europa e del Nord America i terreni adatti alla viticoltura potrebbero aumentare dall’80 al 200%, a seconda dell’entità del riscaldamento. Al momento il settore è in grande espansione nel Regno Unito meridionale e in diversi stati americani, come l’Oregon e Washington.

Tuttavia, non è detto che il cambiamento climatico non comprometta le coltivazioni anche in questi territori: negli ultimi anni, il Pacifico nord-occidentale è stato colpito da ondate di calore fuori dal comune, con temperature che hanno superato i 43 gradi per giorni interi. Gli incendi sempre più estesi sulla costa occidentale degli Stati Uniti, poi, stanno soffocando i vigneti con il fumo, contaminando i vini.

Oltre alle conseguenze della crisi climatica, anche gli intoppi nella catena di approvvigionamento possono contribuire a far salire il prezzo del vostro vino preferito. I tappi di sughero, per esempio, si ricavano dalla corteccia degli alberi, che viene raccolta diverse volte nel corso della vita della pianta. Ma nei periodi di siccità, gli alberi diventano troppo secchi per poter prelevarne la corteccia senza ucciderli. L’industria vinicola, inoltre, deve fare anche i conti con l’aumento del prezzo del vetro utilizzato per produrre le bottiglie.

Per aiutare i viticoltori ad adattarsi, gli scienziati stanno sperimentando diverse tecniche per raffreddare le piante. Le cosiddette colture di copertura (cover crop) che crescono sotto l’uva, per esempio, aiutano ad abbassare le temperature dei frutti.

Gli agricoltori non possono cambiare il clima, ma possono cambiare le loro piante. I viticoltori stanno già sperimentando diverse varietà di uva, concentrandosi su quelle conosciute per la loro tolleranza alla siccità e al caldo in diverse regioni. Lo sviluppo di varietà dotate di radice più profonde, poi, permette alle piante di attingere all’acqua che si trova negli strati inferiori del suolo.

Cambiare la varietà è una leva enorme“, conferma Gambetta. Si tratta però di un obiettivo più difficile da raggiungere di quanto possa sembrare. La regione di Bordeaux ha una lunga storia di vini eccezionali, ma finora è sempre stata caratterizzata da un clima relativamente stabile. Nonostante siano stati condotti molti studi sulle possibile nuove varietà, i viticoltori si sono rivelati refrattari ai cambiamenti, per paura di non riuscire a vendere le nuove tipologie di vino, spiega Gambetta.

È la contraddizione intrinseca dell’uva. I viticoltori si fregiano di offrire un prodotto che rimane costante nel tempo, come richiedono i loro clienti fedeli. Ma in realtà la vite è una coltura resistente e capace di far fronte ai cambiamenti: è il motivo per cui può crescere in tutto il pianeta, da Bordeaux a Napa, fino al Cile e al Sudafrica. “È una pianta che cresce in un’enorme varietà di climi – commenta Gambetta –, ma questo non significa che i cambiamenti climatici non rappresenteranno una sfida seria, soprattutto per queste regioni vinicole tradizionali“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired