AI Act, i primi contratti per farlo funzionare

Quasi dieci milioni di euro e le prime assunzioni sul piatto. La Commissione europea inizia ad assemblare i pezzi della macchina che dovrà far funzionare l’AI Act, il regolamento comunitario sull’intelligenza artificiale che il 13 marzo ha ricevuto luce verde dal Parlamento europeo. Fatta la legge, bisogna fare i controllori. E nel caso dell’AI Act, va costruito tutto da zero. La Commissione non è strutturata per gestire una norma che prova a sbrogliare le “scatole nere” degli algoritmi e che richiede a diritto e tecnologia di andare a braccetto. Per questo sta costruendo un edificio di controllo con molte stanze e molte bottoni, con tempi che non saranno immediati e con il rischio che la burocrazia vanifichi l’efficacia della legge.

Le redini saranno in mano al Consiglio dell’AI, composto da un esponente per ogni Paese e articolato in due sotto-gruppi, uno dedicato alla sorveglianza del mercato e uno alle notifiche delle autorità. Il Consiglio assiste la Commissione nel far valere le regole e a sua volta può contare su un comitato di consulenti tecnici e su un comitato indipendente di scienziati ed esperti, sulla falsariga del gruppo di tecnici del clima che aiuta l’Onu nella regia delle politiche ambientali. Dal punto di vista amministrativo, infine, la Commissione si doterà di un AI Office, una costola della direzione generale Connect (che si occupa del digitale).

Un ufficio per l’AI

L’AI Office dovrà fare il lavoro sporco. Avrà il compito di controllare che l’AI Act sia applicato in modo uniforme da tutti gli Stati dell’Unione, investigare sulle violazioni, stabilire codici di condotta, classificare i modelli di intelligenza artificiale che rappresentano un rischio sistemico. E poi fissare le regole delle sandbox, gli ambienti di test con regole attenuate per consentire di fare ricerca sulle nuove tecnologie, e confrontarsi con il comitato scientifico e quello di consulenza che affiancheranno l’ufficio fornendo perizie e pareri tecnici. A regime, impiegherà 100 persone. Alcune di queste saranno dislocate dalla direzione generale Connect. Altre, invece, saranno nuove assunzioni.

Nelle scorse settimane la Commissione ha pubblicato i primi annunci di lavoro. Al momento si cercano sei profili amministrativi e un numero non precisato di specialisti in tecnologia. In entrambi i casi, la durata del contratto è di un anno (con possibilità di rinnovo per sei mesi), le offerte scadono il 27 marzo e l’obiettivo è di chiudere le assunzioni in autunno. L’AI Act entrerà in vigore per gradi ma già dopo i primi sei mesi (quindi, proprio in autunno) saranno attive le norme sui sistemi di intelligenza artificiale vietati.

I primi bandi

In parallelo si muovono tre contratti che la Commissione deve attivare per far funzionare il regolamento. Il primo è l’acceleratore di innovazione nell’AI, ossia un centro che aggreghi corsi di formazione, standard tecnici, software e strumenti per stimolare la ricerca e lo sviluppo di nuovi strumenti di intelligenza artificiale, accelerare l’attività di startup e piccole e medie imprese ma anche affiancare le autorità pubbliche che devono sorvegliare sull’AI. L’AI Act prevede che, a livello nazionale, ogni autorità controlli l’impatto dell’intelligenza artificiale nel suo orticello.

Fonte : Wired