Gli Usa lanciano aiuti su Gaza, ma per l’Ue “Benefici minimi e rischi per i civili”

Gli Stati Uniti hanno lancio degli aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza con aerei militari. La notizia è stata riferita da funzionari del Pentagono al Washington Post: tre C-130 dell’Air forces central hanno lanciato a Gaza 66 pacchi contenenti circa 38.000 pasti alle 8.30 ora americana, le 14.30 in Italia. Sempre oggi, sabato 2 marzo, altri due Paesi hanno effettuato dei lanci di aiuti con le rispettive aeronautiche militari, Egitto e Giordania. Tutte le operazioni sono state “coordinate al minuto con la aviazione militare israeliana”.

In una telefonata con un ristretto gruppo di giornalisti, un alto funzionario dell’amministrazione americana ha sottolineato che il lancio di aiuti umanitari su Gaza “non può sostituire il necessario ingresso di assistenza via terra”. Un altro alto funzionario americano ha ribadito quanto riferito dal presidente Joe Biden: gli Usa stanno prendendo in considerazione anche la possibilità di inviare aiuti via mare.

Borrell: “Dai lanci benefici minimi e rischi inutili per i civili”

L’alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha messo in dubbio l’efficacia del lancio di aiuti umanitari via aerea verso Gaza, come hanno fatto oggi per la prima volta gli Stati Uniti. L’impatto di questa strategia sarebbe “minimo” e “non è esente da rischi per i civili”. Borrell ha assicurato che questo metodo dovrebbe essere una soluzione di “ultima istanza” e ha ribadito che il cessate il fuoco è la formula migliore per garantire la fornitura su larga scala di aiuti umanitari a Gaza e assicurare la protezione dei civili palestinesi. 

Il capo della diplomazia europea ha rimproverato Israele di limitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia via terra e ha chiesto che garantisca un accesso “libero, senza ostacoli e sicuro” ai prodotti essenziali e che il loro ingresso possa avvenire attraverso tutti i valichi. “Esortiamo Israele a rimuovere immediatamente gli ostacoli al valico di Kerem Shalom e ad aprire l’accesso al nord, ai valichi di Karni ed Erez, ad aprire il porto di Ashdod agli aiuti umanitari e a consentire un corridoio umanitario diretto dalla Giordania”, ha aggiunto.

Le organizzazioni umanitarie affermano che questi lanci non riescono a soddisfare le esigenze di cibo e approvvigionamento nell’area, dove circa 2 milioni di persone rischiano la carestia.

Fonte : Today