Norvegia: come guadagna dal successo delle aziende tech

Le azioni tecnologiche soffiano vento in poppa al fondo sovrano della Norvegia, il più grande al mondo. Il fondo, che ha in pancia asset per 1.600 miliardi di dollari, ha chiuso il 2023 con un utile record di 2.220 miliardi di corone norvegesi (pari a 213 miliardi di dollari). A trainare la crescita, sono i rendimenti positivi sugli investimenti in azioni dei grandi colossi della tecnologia. A partire da Microsoft, che è la partecipazione più preziosa del fondo della Norvegia (ha azioni per 358,4 miliardi di corone) e che di recente ha raggiunto la cifra record di 3.000 miliardi di capitalizzazione a Wall Street, e da Apple, di cui ha titoli per 337,3 miliardi.

Il risultato del 2023 segna un’inversione di rotta rispetto alla perdita del 2022: 1.640 miliardi di corone. Un picco al ribasso mai visto da cinque anni. “Nonostante l’alta inflazione e le turbolenze geopolitiche, il mercato azionario nel 2023 è stato molto forte, a differenza dell’anno debole del 2022. Le azioni tecnologiche in particolare hanno ottenuto risultati molto positivi“, ha dichiarato Nicolai Tangen, ad di Norges Bank Investment Management (il nome del fondo sovrano norvegese, Nbim), in un comunicato.

Nel 2023 il fondo ha registrato un rendimento sugli investimenti del 16,1% per l’anno, 0,18 punti percentuali in meno rispetto al rendimento dell’indice di riferimento del fondo. Il tesoretto della Norvegia funziona come un investitore delle entrate che lo Stato raccoglie dalla produzione di petrolio e gas. Royalties che vengono trasformate in azioni, obbligazioni, proprietà e progetti rinnovabili all’estero. Lo scorso anno al fondo sono stati girati 711 miliardi di corone da investire, in calo rispetto alla cifra record di 1.100 miliardi del 2022. È il fondo sovrano più grande del mondo, ha quote in oltre 8.800 aziende a livello globale e, di fatto, detiene l’1,5% di tutte le azioni quotate. Alla fine dello scorso anno, secondo i numeri rilasciati da Oslo, il 70,9% degli asset del fondo era allocato in azioni, in aumento rispetto al 69,8% nel 2022, le obbligazioni sono scese al 27,1% dal 27,5%, l’immobiliare non quotato è sceso al 1,9% dal 2,7% mentre gli investimenti in infrastrutture per le rinnovabili sono rimasti stabili con una quota dello 0,1% degli investimenti.

Gli investimenti del Norges Bank Investment Management sono dettati rigorosamente dalle politiche del ministero delle Finanze. Il suo margine di manovra è dunque limitato e al suo interno l’amministratore delegato Nicolai Tangen e il suo team cercano di sfruttare al meglio ogni occasione, operando anche con acquisizioni di asset nel reddito fisso, nel settore immobiliare e nelle infrastrutture rinnovabili. Sono invece escluse dal novero di quelle possibili alcune attività come il private equity. La Norvegia è un importante esportatore di petrolio greggio e il principale fornitore di gas in Europa dopo una diminuzione dei flussi di gas russi nel 2022, e ha beneficiato di prezzi dell’energia più alti a causa della guerra in Ucraina.

Fonte : Wired