Condanna a morte con l’azoto puro, la prima al mondo

L’Alabama è il primo stato al mondo a eseguire una condanna a morte costringendo un detenuto a inalare azoto puro. L’azoto è presente nell’aria che respiriamo, ma se inalato in mancanza totale di ossigeno può causare in poco tempo la perdita di conoscenza e la morte e in una modalità considerata tutt’altro che umana e compassionevole.

Kenneth Smith, 58 anni, è in carcere dal 1998. Un pastore del nord dell’Alabama lo aveva pagato per uccidere la moglie, così da poter incassare le polizze assicurative sulla vita di lei. Condannato all’ergastolo dalla giuria, la sua pena è stata commutata in condanna a morte dal giudice. La sentenza capitale di Smith attraverso ipossia da azoto è stata programmata per il 25 gennaio, per dare seguito a una sentenza di morte di qualche anno prima.

Alle 19 ore locale – le 2 di notte in Italia – del 25 gennaio nel carcere di Atmore Smith è stato tratto nella sala dell’esecuzione, dove è stata apposta una maschera sul volto per coprire naso e bocca e far fluire azoto puro a pressione, in modo da impedirgli di assorbire ossigeno. Una morte per asfissia, la prima al mondo. Il condannato è morto alle 20.25 locali, circa un’ora e mezza dall’inizio dell’esecuzione. L’inalazione forzata è durata 22 minuti. L’uomo, all’inizio cosciente, ha poi avuto spasmi e contorsioni causate dal dolore, prima di morire.

Il detenuto

Kenneth Eugene Smith, questo il nome del detenuto che è stato sottoposto alla misura, ha dovuto inalare l’azoto puro dopo essere stato immobilizzato su una barella e aver indossato una maschera che, coprendo bocca e naso, ha spinto a forza l’azoto nei suoi polmoni. Come spiega Amnesty, che ha lanciato un appello per impedire che la pena fosse eseguita, l’ipossia da azoto consiste nell’inalazione di azoto “per 15 minuti fino alla totale scomparsa di ossigeno, con compromissione letale degli organi vitali. Si tratta di un metodo assolutamente sperimentale di esecuzione, purtroppo approvato dalla Corte suprema dell’Alabama, ma che – per paradosso – è vietato sugli animali. Secondo i giudici, non si tratta di una “punizione crudele e insolita”, ossia di quelle vietate dall’Ottavo emendamento della Costituzione americana”.

Come spiega Skytg24, per Smith questo è stato il secondo tentativo di eseguire la condanna capitale. Nel novembre 2022 era sopravvissuto alla sua esecuzione: avrebbe dovuto essere ucciso tramite iniezione, ma i responsabili dell’operazione non sono stati in grado di inserire in vena la flebo. I tentativi sono durati più di un’ora. Quella di Smith non è stata l’unica esecuzione fallita in Alabama. Proprio per questo, oltre a definire “terribile” la decisione dello stato di dare il via a questo nuovo metodo, l’avvocata dell’organizzazione non governativa Equal justice initiative, che si occupa dei diritti dei detenuti, Angie Setzer ha riferito che l’Alabama non è nella posizione di “sperimentare un metodo completamente non provato e inutilizzato”.

Fonte : Wired