Chiara Ferragni, tutte le aziende che la stanno scaricando

Non bastassero la tempesta giudiziaria e quella mediatica scatenatesi in seguito al Pandoro-gate, per Chiara Ferragni continuano ad arrivare cattive notizie dagli sponsor e dalle aziende che in passato hanno condiviso progetti imprenditoriali con lei.

Dopo l’esplosione del caso delle vendite del pandoro Balocco per scopi di beneficenza, l’influencer cremonese è stata indagata per truffa aggravata anche in relazione alle iniziative di beneficenza legate alle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e alle bambole Trudi. E ora sta facendo i conti, come riporta Il Sole 24 Ore, con l’addio di alcuni sponsor di peso. Prima di Natale è stata Safilo a interrompere la produzione di occhiali a marchio Chiara Ferragni “a seguito – si leggeva in una nota – di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio”. A inizio gennaio è stata Coca-Cola a voltare le spalle all’influencer, comunicando di aver lavorato con lei “nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre”, ma di aver scelto al contempo di “non prevedere di usare questi contenuti”.

Come sottolinea il Corriere della Sera, altre due aziende hanno preso ufficialmente le distanze da Ferragni. Il 24 gennaio Trudi, che nel 2019 ha prodotto per la Tbs Crew dell’influencer la bambola di 34 centimetri che la raffigurava, si è dichiarata “estranea a qualsiasi attività di beneficenza o altra iniziativa sviluppata autonomamente”. Il giorno dopo è toccato a Mondelez Italia, titolare del marchio Oreo, specificare che la collaborazione con l’imprenditrice relativa alla capsule collection limited edition Chiara Ferragni by Oreo non prevedeva “alcun accordo di beneficenza”. Due casi che rischiano di rientrare ora nelle indagini condotte dagli inquirenti sulle iniziative di beneficenza della influencer.

Nel primo caso, l’influencer aveva affermato che tutti i profitti sarebbero andati “a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore”. La fondatrice e amministratrice delegata dell’organizzazione stessa Deborah Temkin ha però negato di aver ricevuto contributi. Mondelez precisa invece che, nel caso Oreo, Ferragni “ha deciso autonomamente, al di fuori dell’accordo commerciale in essere, di donare in beneficenza l’ammontare derivante dai proventi della vendita della parte della capsule collection nella sua disponibilitàal Cesvi e che in seguito anche Oreo aveva deciso di fare lo stesso.

Le nuove regole

Nel frattempo nel Consiglio dei ministri del 25 gennaio il governo guidato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha adottato un pacchetto sulla beneficenza che prevede multe per chi abusa delle donazioni altrui e prevede una stretta per gli influencer. Un decreto che si somma al giro di vite varato dall’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom), che a metà gennaio ha a sua volta adottato un nuovo regolamento da applicare ai produttori di contenuti online e ai loro rapporti con la pubblicità. Chiara Ferragni ha commentato con favore l’approvazione della legge, sostenendo che eviterà di compiere in futuro altri errori e proseguendo così sulla sua linea di difesa, che attribuisce a un errore i casi Balocco e Dolci Preziosi.

Fonte : Wired