Stesso stipendio, ma meno tasse: così i deputati europei guadagnano più di quelli italiani

Il prossimo giugno si apriranno le urne delle elezioni europee. La corsa per agguantare uno dei 76 seggi del Parlamento Ue previsti per l’Italia è già iniziata. Così come quella per piazzare un rappresentante del nostro Paese in uno dei posti chiave di Bruxelles, dalla presidenza della stessa Eurocamera a quella del Consiglio europeo. Poltrone che fanno gola per il loro prestigio e peso politico, ma anche per ragioni più veniali. Perché gli stipendi di chi fa il salto verso i centri di potere dell’Ue non sono certo da buttare via. 

Gli stipendi degli europarlamentari

Cominciamo dal Parlamento europeo. Qui un deputato guadagna di base 10.075,18 euro lordi al mese. Si tratta più o meno della stessa cifra che incassa un parlamentare italiano. La differenza è nelle tasse: se lo stipendio mensile netto di un membro della Camera o del Senato in Italia scende intorno ai 5mila euro dopo le imposte, quello di un eurodeputato di ferma a 7.853,89 euro, il 63% in più.

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A questa somma vanno poi aggiunte le indennità. Il Parlamento europeo prevede una indennità per spese generali pari a un massimo di 4.950 euro al mese. Con questi soldi, un deputati può coprire “spese quali l’affitto di uffici nello Stato membro in cui sono eletti, hardware e software IT, forniture per ufficio, dispositivi mobili telefoni/abbonamenti e abbonamenti internet”, si legge sul sito dell’Eurocamera.

C’è poi una indennità di soggiorno pari a 350 euro al giorno, che copre vitto, alloggio e spese correlate per ogni giorno in cui un deputato si trova al Parlamento europeo per motivi ufficiali. Non mancano le coperture per le spese di viaggio: l’istituzione Ue rimborsa i biglietti, costo del carburante ed eventuali pedaggi autostradali quando gli spostamenti riguardano le riunioni legate al mandato. Sono rimborsati anche i costi di viaggio (alloggio e pasti compresi) quando si viaggia per missioni ufficiali del Parlamento o per impegni individuali nel proprio Stato o all’estero. 

Stipendi parlamentari nei Paesi Ue

I deputati europei hanno anche il diritto al rimborso di due terzi delle spese mediche sostenute. Infine, c’è l’indennità di fine mandato “equivalente a una mensilità per ogni anno in cui sono stati in carica fino a un massimo di due anni”. 

Il presidente del Parlamento europeo riceve lo stesso trattamento economico degli altri eurodeputati, salvo due indennità aggiuntive che per ogni mese possono arrivare a circa 3.500 euro. 

Gli stipendi dei top jobs

Le elezioni europee serviranno anche a determinare gli equilibri politici tra i principali partiti Ue, che a loro volta incideranno nella scelta dei posti chiave in Commissione e Consiglio europeo, i cosiddetti “top jobs”. Qui gli stipendi sono decisamente più alti di quelli degli eurodeputati.

I presidenti delle due istituzioni guadagnavano nel 2023 poco più di 31mila euro lordi al mese. Dietro di loro, c’è l’Alto rappresentante della politica estera, che incassa 29.440 euro mensili. Un commissario europeo guadagna invece poco più di 25mila euro al mese, che sale a 28.307 euro se si è vicepresidenti. 

Parliamo sempre di stipendi di base. Come per gli eurodeputati, anche i membri della Commissione possono godere di una serie di indennità e rimborsi. C’è per esempio l’indennità di rappresentanza che varia da 725 euro al mese per un commissario a 1.693,45 euro mensili per chi detiene la presidenza. 

In generale, gli stipendi dei top jobs europei sono più alti di quelli percepiti dalle massime cariche italiane: la premier Giorgia Meloni guadagna poco più di 150mila euro lordi all’anno, circa 12.600 euro al mese, quasi un terzo del salario della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Anche lo stipendio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è più basso di quello della leader Ue e anche dei suoi commissari: 239mila euro lordi all’anno, circa 20mila euro al mese. 

Fonte : Today