Pornhub è stato inserito nella lista dei siti messi sotto il controllo dell’Ue

Pornhub entra nella lista delle piattaforme messe sotto sorveglianza dall’Unione Europea. La Commissione ha inserito alcuni siti web che diffondono contenuti per adulti tra quelli che dovranno rispettare le regole del Digital Service Act (Dsa). Entrato in vigore in Europa il 25 agosto, prevede obblighi per alcune delle grandi piattaforme online – quelle che superano i 45 milioni di utenti, come i social network e i grandi siti di commercio elettronico. L’annuncio è arrivato dal commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, che ha evidenziato come la mossa è finalizzata a “creare un ambiente più sicuro per i nostri figli, una priorità di applicazione del Dsa”. Insieme a Pornhub, gli altri siti inseriti nella lista sono Stripchat e Xvideos.

Cosa prevedono le norme. Cosa rischia chi non si adegua

Le nuove regole impongono alle aziende una gestione dei rischi più stringenti, soprattutto riguardo violenza, discriminazioni di ogni tipo e violazione dei diritti. Dovranno inoltre sottoporsi a revisioni esterne e indipendenti e di condividere i dati con le autorità e i ricercatori. Ad aprile l’UE aveva individuato cinque filiali di Alphabet, due unità di Meta Platforms, due aziende di Microsoft, X e Alibaba tra le 19 società soggette alle regole.

Oggi il raggio d’azione del Dsa si allarga ai siti che pubblicano materiale pornografico. Le società designate dovranno fare di più per affrontare la disinformazione, offrire maggiore protezione e scelta agli utenti e garantire una maggiore tutela dei minori. Se non lo fanno richiano multe pari al 6% del loro fatturato globale.

Più in dettaglio, il Dsa si muove intorno al concetto cardine di “rischio sistemico”. Ogni anno le piattaforme soggette alle norme devono redigere un report da inviare a Bruxelles. Le pagine devono analizzare tutte le possibili minacce ai diritti fondamentali dei cittadini Ue, alla loro libertà di espressione, alla qualità del dibattito pubblico e alla tutela di minori e minoranze.

Non solo. Le aziende devono dire cosa hanno fatto nel concreto per risolvere i problemi riscontrati. Poi Bruxelles verificherà i report con esperti esterni e ricercatori universitari. Un lavoro enorme, sia per il legislatore europeo che per le aziende. “Non è censura e non ci sarà alcun ministero della Verità”, aveva detto Breton, riferendosi soprattutto alle piattaforme di social network. Tra gli obblighi previsti c’è anche quello di non usare le informazioni personali come religione, stato di salute e orientamento sessuale dei cittadini per targettizzare le pubblicità. Niente dati di minori inoltre. E per tutte ci sarà l’obbligo di monitorare e tracciare chi investe in pubblicità.

Perché Pornhub e altri sono stati inseriti nella lista del Dsa

“Pornhub, Stripchat e XVideos soddisfano la soglia di utenti per rientrare negli obblighi più severi della #Dsa”, ha dichiarato Breton. In una nota, Pornhub, che ha sede in Canada, ha detto di avere 33 milioni di utenti medi mensili del servizio nell’Unione Europea al 31 luglio, calcolati negli ultimi sei mesi. Meno della soglia imposta dall’UE quindi. 

Ma da quanto apprende Reuters (che cita fonti vicine alla Commissione) la decisione di inserire o meno un’azienda nella lista può basarsi non solo sui numeri comunicati dall’azienda stessa, ma anche su informazioni provenienti da terzi o da fonti alternative. La Commissione può farlo se ha la ragionevole certezza che queste società sono vicine alla soglia stabilita.

Fonte : Repubblica