La locomotiva elettrica che rivoluziona lo Stretto: a chi serve il Ponte?

Da secoli si parla di un ponte sullo Stretto di Messina: e se la soluzione fosse una locomotiva? Intanto un passo indietro: ci mancano le basi. Sì, perché oltre i proclami manca tutto il resto: del ponte sappiamo poco. Eppure il governo Meloni ha impegnato alcuni miliardi di euro di fondi pubblici per realizzarlo, con Matteo Salvini che vuole piazzare una bandiera della Lega sull’infrastruttura più chiacchierata nella storia della Repubblica. Non è un bene che manchino informazioni vitali per un’opera dalle dimensioni colossali – “Il ponte a campata unica più grande del mondo” – e dai costi enormi. 

È chiaro che si debba risolvere il problema del collegamento tra Sicilia e resto d’Italia, i tempi di percorrenza sono inaccettabili per gli anni ’20 del 2000: per attraversare lo Stretto un treno ci mette due ore, la stessa quantità di tempo che l’alta velocità impiega da Roma a Bologna, distanti 400 Km. Non si è ancora capito quale sia la soluzione migliore, ma se bastasse un treno per passare dalla Sicilia alla Calabria in tempi ragionevoli a chi servirebbe un ponte?

Sul Ponte sappiamo di non sapere: è inaccettabile

Sulla base di quello che sappiamo il ponte sullo Stretto di Messina sarà una grandiosa opera di ingegneria, con innumerevoli vantaggi per la Sicilia, il Sud, l’Italia. In concreto, però, ne sappiamo poco. E per i cittadini è inaccettabile. Al momento, è messo nero su bianco che il “ponte a campata unica più lungo al mondo” di 3.600 metri costerà circa 12 miliardi di euro da qui a 10 anni. Ma tutto cambia molto in fretta, anche i costi.

In vista dell’approvazione della manovra finanziaria, il governo ha presentato un emendamento per “una diversa strutturazione dei costi a carico dello Stato e delle regioni”. Quanto di preciso, non si sa. Otto mesi prima, ad aprile, nel Def si indicavano costi per 14,5 miliardi. Nel 2012 i miliardi da spendere erano 8,5. È chiaro che ai costi piace cambiare e che aumentano con il passare del tempo.

Matteo Salvini è il più grande sostenitore del Ponte e aspira a essere colui che consegnerà l’opera all’Italia. Lui sì che ha fornito dei dati, ma sempre diversi. Come fa notare Pagella Politica, nel 2022 Salvini affermava che il ponte sullo Stretto avrebbe portato 120mila posti di lavoro all’Italia. Poi ha cambiato idea, dicendo 100mila. L’ultima versione è più che dimezzata rispetto a quella originaria: 50mila. L’assenza di informazioni rende opinabile un’infrastruttura che non può esserlo, per la sua rilevanza economica, ambientale e sociale. Così vale tutto.

Ponte sullo Stretto, rischi ambientali ma trasporti più veloci: pro e contro dell’opera

Non si conosce neanche il progetto del 2012 ora aggiornato da Eurolink, il consorzio guidato da WeBuild che dovrà realizzare l’opera. Si sa solo che è stato consegnato. Le incognite sono enormi, i benefici che porterà il Ponte ancora non sono note. Manca infatti anche un’analisi costi-benefici aggiornata per capire cosa sia utile davvero fare per collegare Sicilia e Calabria, se un ponte o altro. E qui arriviamo alla locomotiva. 

E se bastasse una locomotiva “speciale”

Per una volta, potrebbe bastare una soluzione semplice per risolvere un problema complesso. Premessa: attualmente è possibile attraversare lo Stretto di Messina con una navigazione di 20-30 minuti, senza però contare accesso, attesa e uscita dai terminal di trasporto.

Diverso il discorso per i treni. I convogli vanno dentro i traghetti dopo essere smontati per poi venire rimontati una volta arrivati dall’altra parte per andare in direzioni differenti, verso Siracusa e Palermo. Ad esempio, da Roma parte un treno che poi viene diviso in due convogli una volta arrivato in Sicilia. In questo caso i tempi di attraversamento arrivano a due ore per il trasporto delle persone e anche a quattro ore per i treni merci.

Il governo Draghi aveva investito circa 300 milioni di euro tra fondi Pnrr, di coesione e statali per velocizzare i tempi di attraversamento, grazie a nuovi traghetti a motori ibridi, locomotive elettriche e nuovi treni. Il debutto era previsto per il 2022, ma in realtà i primi test sono iniziati a dicembre 2023, come si vede nel video sottostante pubblicato dal sottosegretario ai Trasporti e vice di Salvini Edoardo Rixi.

Queste locomotive sono equipaggiate con batterie elettriche e non hanno bisogno di essere trainate da altri locomotori alimentati a diesel. Così diminuiscono i tempi di manovra per “entrare” nei traghetti. Le nuove locomotive, sommate a convogli più corti – usati nei Frecciarossa – e navi più veloci riuscirebbero a dimezzare i tempi di attraversamento dello Stretto, da oltre due ore a un’ora, come indicato in un documento del Ministero dei Trasporti pubblicato nel 2021.

 Come i treni attraversano lo Stretto di Messina-2

I tempi di attraversamento verrebbero dunque dimezzati con un investimento di circa 300 milioni di euro. Per fare il ponte ne servirebbero 36 volte tanto, in almeno 10 anni. Nel frattempo bisognerebbe collegare la Sicilia a se stessa prima di farlo col resto d’Italia: secondo i dati di Rfi su 1.370 chilometri di linee ferroviarie solo 223 sono a doppio binario, il 16%. La percentuale a livello nazionale è del 46%. Del ponte si sa poco, da cittadini è fondamentale averli per farsi un’idea chiara di cosa c’è in ballo. Ma se bastano alcune centinaia di milioni per dimezzare i tempi e migliorare quello che c’è già: a chi serve davvero un ponte sullo Stretto di Messina?

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Fonte : Today