Odio il Natale 2, con Pilar Fogliati, quando una serie romantica diventa stucchevole

Ricordate Odio il Natale, la prima serie italiana natalizia di Netflix con Pilar Fogliati alla ricerca di un fidanzato? È tornata su Netflix con la sua seconda stagione. Ma cosa accadrà a Gianna, la protagonista della storia, ora che il tanto desiderato amore l’ha trovato? Questo spetta a voi scoprirlo ma, intanto, ecco che impressione abbiamo avuto guardando i nuovi episodi di Odio il Natale 2.

Iniziamo con una premessa: Odio il Natale è una commedia romantica natalizia e da questo punto di vista rientra alla perfezione nei canoni del genere a cui appartiene. C’è una protagonista un po’ goffa, single, che va alla ricerca del vero amore, un gioco di equivoci che mantiene il ritmo della narrazione, personaggi secondari che creano un racconto corale perfettamente funzionale alla storia e tanto ma tanto romanticismo, forse troppo. 

Addentrarsi nella visione di Odio il Natale 2 vuol dire guardare su Netflix la classica fiction italiana dove accade tutto ciò che ci si aspetta, dove i personaggi dicono solo ciò che devono dire da copione e dove il livello di romanticismo è talmente elevato da diventare stucchevole. E se la prima stagione della serie ci aveva già dato questa impressione, il suo secondo capitolo, a cui abbiamo voluto dare il beneficio del dubbio, è stato solo una conferma di ciò che pensavamo fin dal principio, e cioè che Odio il Natale è una serie che abusa decisamente del romanticismo, che lo rende fastidioso e che, dopo un anno, non è riuscita a fare quel salto di qualità che ci si aspettava e di cui si aveva davvero bisogno. 

La trama scorre senza alcun colpo di scena, se non alcuni risvolti tutti già intuibili dal primo episodio e niente di ciò che accade lascia davvero il segno nello spettatore. Anche Chioggia, la location scelta per questa storia, ancora una volta, resta totalmente slegata dai suoi personaggi diventando un sottofondo anonimo che oltre a regalare inquadrature perfette non aggiunge carattere a una trama che resta scollata dal luogo in cui accade e dalla cultura del territorio in cui è ambientata.

E se è pur vero che non ci si può aspettare che una commedia romantica sia qualcosa di diverso da una commedia romantica non bisogna neanche accontentarsi di vedere sullo schermo una storia senza strati, profondità o possibilità di crescita. Perché si può e si deve parlare d’amore anche entrando nel profondo, sporcandosi un po’ le mani, addentrandosi in territori non ancora esplorati. Non ci aspettavamo certo che Odio il Natale 2 ci tenesse incollati allo schermo al pari di un thriller ma un minimo di spessore in più questa serie lo necessitava.

Invece no, Odio il Natale 2 ha deciso di restare in superficie, mantenersi a galla, ha scelto di portare avanti i suoi personaggi stereotipati e non dargli tridimensionalità, di mantenere il racconto sempre sullo stesso livello senza osare, rischiare e provare a dire qualcosa che potesse essere anche fuori posto e inaspettato.

Tirando le somme, se cercate una serie leggerissima, super romantica e da vedere senza alcuna pretesa, Odio il Natale è la scelta giusta per voi ma se, pur amando le commedie romantiche, avete bisogno di un po’ più di sostanza, allora, potete benissimo saltare la visione di questo titolo Netflix perché il romanticismo per funzionare ed emozionare non può essere solo “da manuale” ma deve venire sporcato, almeno un po’, da un pizzico di realtà, concretezza e perfino bruttezza. E allora sì che può fare la differenza. 

Voto: 5 e mezzo

Odio il Natale 2, la spiegazione del finale

Fonte : Today