Delmastro come Mussolini: “Spezzeremo le reni al correntismo nella magistratura”

Sono destinate a far discutere le ultime sortite di Andrea Delmastro, che non mostra segni di pentimento: “Io rivendico tutto ciò che ho fatto in questo anno da sottosegretario alla Giustizia”, ha detto riferendosi al processo che lo vede imputato per rivelazione di segreto d’ufficio in merito alla diffusione di carte riservate sulla vicenda Cospito.

Delmastro ha parlato durante un evento organizzato da Fratelli d’Italia in Valle d’Aosta e ha rinnovato i suoi attacchi alle opposizioni e ai giudici.

“Cospito influencer della sinistra”

“L’Italia – ha dichiarato – è quel Paese strano dove quando sei indagato o imputato sei un mostro, sbattuto sui giornali. Ti possono portare in cella senza passare dal via, senza che tu sappia neanche perché. Poi, quando finalmente diventi condannato, ti si aprono le porte di quel sinistro perdonismo, per cui lo stesso Cospito diventa l’influencer della sinistra, a cui vanno come se fosse la Mecca. Oppure, per parlare di temi che non mi riguardano personalmente, tal Fricano che ficca 57 coltellate alla sua fidanzata e viene liberato perché è ingrassato”.

L’attacco alla magistratura

Il sottosegretario ha poi parlato della riforma del Csm, utilizzando, contro le correnti della magistratura, le stesse parole che utilizzò in più di un’occasione Benito Mussolini: “Serve una riforma del Csm – ha continuato – che preveda di spezzare le reni al correntismo cancerogeno che lede anche l’onorabilità della magistratura, per evitare di assistere al triste spettacolo a cui abbiamo assistito nella lettura del libro di Palamara. È necessario intervenire in maniera radicale con meccanismi di sorteggio. Perché solo con il sorteggio io impedirò che si formino correnti all’interno delle quali viga la legge non del merito ma delle affiliazioni”.

Serracchiani (Pd): “Da Delmastro gergo da aspirante sovversivo”

L’espressione utilizzata da Delmastro viene spesso utilizzata nel linguaggio comune con intenti ironici, ma sentirla pronunciare con toni minacciosi da un politico suscita un certo stupore, soprattutto se le reni da “spezzare” sono quelle di un altro potere dello Stato: “Il gergo è quello del nostalgico autoritario – attacca le responsabile giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani – la sostanza è quella dell’aspirante sovversivo, l’insulto è l’unica modalità di dialogo nota. Non accettiamo questa devastazione dei rapporti istituzionali né di trasformare la riforma della giustizia in un campo di battaglia a colpi di manganello verbale. Si possono avere idee diverse su molte cose ma un sottosegretario non può degenerare al punto da citare Mussolini”.

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Fonte : Today