Guyana, il braccio di ferro con il Venezuela per la Guyana Esequiba

Le sorti del piccolo stato sudamericano della Guyana sono salite al centro del dibattito internazionale, dopo che il governo del Venezuela ha lanciato un referendum per annettere circa due terzi del paese. La disputa per il controllo della regione della Guyana Esequiba, confinante a ovest con il paese retto da Nicolas Maduro e a sud con il Brasile, va avanti da un secolo, ma ha assunto nuova rilevanza strategica dopo la recente scoperta di enormi giacimenti di petrolio nelle sue acque territoriali.

Cartina della Guyana con, nell’area a bande rosse, la regione contesa della Guyana Esequiba – Da Wikipedia

By Essequiborivermap.png: Kmusserderivative work: Kordas (sínome!) – Guayana Esequiba (zonas).png, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49871211

Dove si trova la Guyana

La Guyana è uno dei paesi più poveri al mondo. Affacciato a nord sull’oceano Atlantico, confina con Venezuela e Brasile e, a est, con il Suriname. Ricco di materie prime come la bauxite e l’oro, dal 2018 si scopre anche ricco di petrolio off-shore, cioè in mare, a seguito dell’identificazione di giacimenti capaci di produrre oltre 750 mila barili l’anno, da parte della compagnia di combustibili fossili statunitense, Exxon Mobil.

La gran parte delle risorse fossili si trova nelle acque atlantiche del blocco di Stabroek, parte della regione contesa della Guyana Esequiba, che prende il nome dal fiume che attraversa longitudinalmente l’intera Guyana, dividendola in due. Il Venezuela rivendica questa regione e il suo mare, come parte integrante del suo territorio dai tempi del colonialismo spagnolo.

La disputa sulla Guyana Esequiba

Ma dopo la dichiarazione di indipendenza venezuelana dalla Spagna, la Guyana Esequiba divenne oggetto di una disputa tra le potenze coloniali che controllavano la Guyana, cioè i Paesi Bassi e il Regno Unito. Alla fine, nel 1899, un arbitrato internazionale sancì la sua appartenenza al Regno Unito, portando alla sua integrazione nella Guyana britannica.

Le rivendicazioni venezuelane ripresero dopo l’indipendenza del paese da Londra, nel 1966, ma nonostante molte diatribe diplomatiche nulla non venne mai risolto. Il Venezuela smise anche di occuparsi attivamente del tema, fino a oggi. In base a quanto si legge su Reuters, il governo di Maduro sta usando la questione per aumentare la propria popolarità in vista delle elezioni del prossimo anno, tanto da aver lanciato un’enorme campagna nazionalista per incitare la popolazione a partecipare a un referendum consultivo sull’annessione della Guyana Esequiba.

La proposta del governo è di creare uno stato venezuelano nella regione, da incorporare nel paese, estendendo la cittadinanza venezuelana agli abitanti dell’area. La consultazione ha visto partecipare 10 milioni di persone su 20 milioni di elettori e una vittoria schiacciante del sì. Tuttavia, si tratta di un processo totalmente interno al Venezuela, avvenuto senza la partecipazione o il permesso del Guyana.

Come riporta il Guyana Chronicle, dopo il risultato del referendum, il vice presidente del paese, Bharrat Jagdeo, ha dichiarato che i confini rimarranno intatti e che le forze armate sono pronte a difenderli. Anche il Brasile ha annunciato di aver aumentato la sua presenza nel territorio a sostegno del Guyana e, nel mezzo di tutto ciò, la Corte internazionale di giustizia ha intimato al Venezuela di far cadere ogni pretesa sul Guyana. La Corte è stata interpellata nel 2018, dopo la scoperta dei giacimenti, per chiudere definitivamente la questione sui confini, ma il caso è stato preso in carico solo ad aprile 2023.

Fonte : Wired