PizzAut, il nuovo progetto per includere i ragazzi con autismo

Non sembrano essere molti, a prima vista, i punti di contatto tra Robert Bosch e Nico Acampora. Il primo fondava nel 1886 a Stoccarda l’Officina di meccanica di precisione ed elettrotecnica, diventata poi Robert Bosch GmbH, fulcro del gruppo che rappresenta una realtà globale nell’ambito delle tecnologie e dei servizi. Il secondo è il fondatore di PizzAut, la prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico e laboratorio modello di inclusione sociale (attualmente sono due i locali presenti in Lombardia, a Monza e Cassina De’ Pecchi).

Epoche diverse, storie e progetti differenti. Ma un anello di congiunzione c’è e non è da rintracciare solo nel supporto che Bosch, in Italia, sta attualmente dando a PizzAut. Un trait d’union è la volontà di incidere sulla società e una certa visione del rispetto della dignità della persona. Nel 1920, infatti, l’imprenditore tedesco affermava: “Non dimenticate mai la vostra umanità e rispettate la dignità umana nel rapportarvi agli altri”.

Acampora, ex educatore e responsabile di politiche giovanili, ha spesso constatato che il rispetto della dignità dei ragazzi con autismo manca, in assoluto, ma anche e soprattutto quando si confrontano con il mondo del lavoro: opportunità pari a zero, scetticismo imperante, sfruttamento all’insegna di stage non pagati. Il lavoro è un potente veicolo di dignità ma ai giovani con neurodiversità viene spesso negato in virtù di pregiudizi e stigma.

E così ha deciso di rimediare, lanciando il progetto PizzAut che avvicina alla ristorazione giovani di età compresa, preferibilmente, tra i 20 e i 25 anni. L’ispirazione è venuta in famiglia, dalla sua esperienza diretta con il figlio autistico: Acampora ha pensato che fosse possibile replicare, con ragazzi più grandi, l’interesse del suo pargolo nel preparare la pizza in casa.

Nei due locali PizzAut sono al lavoro, complessivamente, trentacinque professionisti. Il primo ristorante ha aperto a Cassina De’ Pecchi nel 2021, ma in precedenza Acampora aveva promosso la modalità PizzAutObus per far partire il suo progetto proprio quando la pandemia imponeva, nel 2020, pesantissimi limiti alle attività dei ristoranti e delle pizzerie.

E proprio da quell’esperienza, guardando al 2024, riparte il progetto e il potenziamento delle attività legate ai food truck: il sogno di Acampora, infatti, “è ampliare la flotta di PizzAutObus, uno per ogni provincia italiana, per formare e dare lavoro a 500 giovani ragazzi autistici in tutta Italia, attraverso il coinvolgimento delle Onlus sul territorio. Per nutrire l’inclusione, ovunque”.

Fonte : Wired