“Emotion”, il viaggio tra le emozioni ha inizio al Chiostro del Bramante

Sorpresa, confusione, desiderio, gioia, paura, attesa, angoscia, felicità, orgoglio, eccitazione, nostalgia, ammirazione, sollievo, tranquillità, imbarazzo.

Quante emozioni ispirano un artista? Quante vengono trattenute dentro l’opera? E quante ne possiamo provare noi varcando la soglia del Chiostro del Bramante per visitare “Emotion”, la nuova mostra a cura di Danilo Eccher che ha invaso gli spazi dell’elegante location nel cuore di Roma?

Ce lo siamo chiesti noi di RomaToday e, per questo, siamo stati tra i primi visitatori dell’esposizione che sarà al Chiostro del Bramante fino al 7 gennaio 2025.

La mostra

Molto più che un percorso a senso unico: un’esperienza immersiva alla quale Danilo Eccher ci ha abituato già con “Love”, “Dream”, Enjoy”, “Crazy” e ora con “Emotion”.

Più di venti artisti, più di venti opere in una mostra che vuole portare il visitatore a conoscere le emozioni che lo attraversano, a conoscersi, a mettersi alla prova. Basta inquadrare un qr code all’inizio del percorso, per avere l’audioguida sul proprio smartphone ed iniziare ad esplorare, stanza dopo stanza, tutte le emozioni di “Emotion”. 

Gli artisti e le loro “emozionanti” opere

Quando si ha a che fare con le emozioni sono più le domande delle risposte, sono sempre più le emozioni delle certezze. Il viaggio non può che iniziare da una mappa di tutto il mondo, con intersezioni di fili rossi che, segmento dopo segmento, raggiungono anche l’angolo più lontano della Terra. Ci sono poi i funghi alti tre metri di Carsten Höller. Si resta incantati davanti alle rifrazioni luminose e sonore dell’aurora boreale ricreata dall’opera interattiva di Alessandro Sciaraffa, non si resta indifferenti attraversando la foresta stregata della video installazione di Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) o osservando l’attrazione ipnotica e concentrica dei ludoscopi di neon di Paolo Scirpa.

C’è l’universo di colori attraverso i prismi scomponibili dell’artista coreana Kimsooja; il microcosmo onirico di visioni possibili e impossibili di Tony Oursler, le grandi figure di supereroi ripensate da Adrian Tranquilli fino al progetto site specific di Nedko Solakov che riporta alla dimensione della narrazione in chiave arguta, a tratti ironica. E se il soffitto, il pavimento e le pareti fossero avvolti da una foresta di rovi e libellule di Pietro Ruffo, quale emozione provereste? E se poteste camminare tra le Erme di Luigi Ontani sentendovene parte? E se l’intento di Laure Prouvost, con la sua video-installazione e il grande lampadario meccanico, fosse quella di farvi provare un’estasi paradisiaca, vi abbandonereste? E quale curiosità muove il visitatore a esplorare, investigare e cercare di scoprire nelle nature morte, create anche grazie l’intelligenza artificiale, di Matt Collishaw i significati più nascosti?

Eva Jospin mette le sue emozioni dentro paesaggi e architetture di cartone; Annette Messager le cala dal soffitto, dedicandole al corpo umano, attraverso delle fotografie dentro reti da pesca, forme colorate e un grande Pinocchio; il collettivo AES + F in quella che definisce “psicoanalisi sociale” rivela ed esplora i valori, i vizi e i conflitti della cultura globale contemporanea; Subodh Gupta utilizza oggetti per evocare ricordi e infine Paul Morrison, grazie ai suoi disegni neo romantici e pop-naturalisti, conduce in paesaggi ed emozioni inaspettate.

Annette Messager Emotion. Photo Adicorbetta

Come visitare “Emotion”

Il consiglio che vi diamo, nel visitare Emotion, è di prendervi il vostro tempo, quello che ritenete necessario, stanza dopo stanza, provando a fare entrare dentro di voi le emozioni che gli artisti narrano attraverso le loro opere, le loro installazioni, le loro proiezioni. Perché Emotion è un viaggio nelle emozioni che ognuno è libero di personalizzare, anche grazie all’aiuto di mental coach che – tramite l’audioguida – al termine della spiegazione di ogni opera, propongono degli esercizi, delle esperienze che ogni visitatore può cimentarsi a fare, oppure no, nella più totale libertà.

In un momento come quello che viviamo, dove tutto va veloce, dove ogni cosa è consumata con rapidità, il desiderio che “Emotion” trasmette è proprio quello di offrire ancora un’opportunità per stupirsi e commuoversi, per gioire ma anche un poco per imbarazzarsi, per sentirsi orgogliosi, per provare paura ma anche tranquillità, per essere nostalgici ma anche psichedelici e tornare poi alla felicità e alla pace.

Ancora una volta, la mostra protagonista al DART Chiostro del Bramante, curata da Danilo Eccher, conferma come sia possibile realizzare grandi narrazioni contemporanee partendo da un tema, da un’idea – in questo caso il contrasto tra la verità e la finzione nell’arte – dimostrando che l’arte possa entrare in relazione in un contesto più ampio con la filosofia, la letteratura, l’architettura. Secondo Eccher, superato il tradizionale metodo dell’esporre, è necessario creare percorsi in cui il pubblico è chiamato non solo a “guardare” ma a immergersi, avendo letture sempre diverse e migliori con un coinvolgimento certamente più ampio in termini di qualità e quantità.

Fonte : Roma Today