Mes, che cos’è il meccanismo di cui si discute in Italia

Si terrà il prossimo 30 giugno alla Camera la discussione generale sulla proposta di legge di ratifica del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Anche l’Italia, ultimo paese membro dell’Unione europea che non l’ha ancora fatto, potrebbe arrivare in poche settimane a votare la nuova normativa.

Trova dunque riscontro la fiducia del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che lo scorso 26 maggio, nel corso del Festival dell’Economia di Trento, aveva immaginato che alla fine in parlamento si sarebbe trovata “una soluzione di soddisfazione per tutti”, assicurando che il governo non stesse ricattando “nessuno mettendo sul piano una cosa con l’altra”. Il riferimento, come sottolinea Il Sole 24 Ore, è a presunte trattative che potessero comprendere la riforma del Patto di stabilità e una certa flessibilità sull’utilizzo dei fondi.

Che cos’è il Mes

Creato nel 2012 in reazione agli effetti della crisi finanziaria internazionale che colpì Cipro, Grecia, Irlanda e Portogallo, mettendo in difficoltà tutte le economie dell’eurozona, il Mes è un’istituzione intergovernativa non sottoposta alla legislazione Ue, ma a quella internazionale. I paesi membri lo istituirono per trattato con lo scopo di dare vita a una fonte permanente di assistenza per gli Stati in difficoltà. Per tale motivo l’organizzazione si è da subito conquistata l’appellativo di fondo salva Stati. Ognuno dei paesi coinvolti vi ha versato un proprio contributo e l’Italia, come Francia e Germania, ha sottoscritto una quota maggiore del 15%, corrispondente a circa 125 miliardi.

Il Mes ha sede a Lussemburgo ed è costituito da un consiglio dei governatori, di cui fanno parte i ministri delle Finanze dell’eurozona, un consiglio dei direttori, i cui membri sono selezionati dai ministri, e un direttore generale, che in questo momento è il lussemburghese Pierre Gramegna. In qualità di osservatori ne fanno inoltre parte il presidente della Bce e il commissario europeo agli Affari economici, cariche attualmente ricoperte dalla francese Christine Lagarde e dall’italiano Paolo Gentiloni.

Il sostegno economico che l’organizzazione fornisce ai paesi membri in difficoltà è subordinato ad alcune condizioni e avviene, spesso in sinergia con il Fondo monetario internazionale (Fmi), attraverso la concessione di prestiti, la ricapitalizzazione indiretta delle banche, l’acquisto di titoli sul mercato e l’apertura di linee di credito precauzionali. Interventi che di solito sono di solito accompagnati dalla promessa di riforme economiche e fiscali da parte dei paesi richiedenti.

Fonte : Wired