Con oltre venti anni di esperienza legale, Civita Di Russo come avvocato penalista si è occupata di criminalità organizzata, in territori ad alto tasso d’infiltrazione mafiosa vivendo per anni sotto scorta. E’ candidata, alle elezioni del 12 e del 13 febbraio, nella lista civica Rocca. Per la videointervista di Romatoday ha risposto su domande incentrate sul focus rifiuti ed ambiente.
Lei è un avvocato penalista, prima donna ad aver difeso un pentito. Non le sembra che si sia parlato poco di mafie in questa campagna elettorale?
Roma ed anche la provincia ha avuto molte ingerenze di carattere mafioso. A livello centrale la procura distrettuale di Roma lavora fianco a fianco con la DIA per arginare il fenomeno. Noi come regione dobbiamo fare un controllo capillare sul territorio si può aiutare ad abbattere questo fenomeno.
In materia di rifiuti, ritiene sia utile la scelta di un termovalorizzatore? Non teme che adottarlo possa far diminuire la raccolta differenziata?
Il termovalorizzatore non è una scelta scellarata, ma è scellerato come è stato proposto: di quelle dimensioni in una location che sicuramente non può essere realizzato perché c’è una strada piccola, soggetta a vincoli, che non può sostenere l’impatto di un termovalorizzatore. Noi riteniamo inoltre che il termovalorizzatore debba arrivare alla fine di un percorso di raccolta differenziata.
Sempre in tema di rifiuti: secondo lei quali sono le scelte migliori anche per un maggior decoro?
Anche gli operatori ecologici che ho incontrato, concordano sul fatto che sia diventato drammatico girare per le strade di Roma, invase dai vetri rotti delle bottiglie. Dobbiamo partire dal presupposto che tutti i rifiuti, correttamente differenziati, dovrebbero essere portati negli impianti di gestione. Oggi succede che i rifiuti vengono portati, su gomma, fuori Roma. E per fare questo paghiamo circa 300 euro a tonnellata. Chi li riceve li lavora e ne trae giovamento economico. Noi vorremmo che questa ricchezza rimanesse nella nostra città e nella nostra regione.
La scorsa estate la regione ha proclamato lo stato di calamità naturale. Su quali investimenti puntare per ridurre il rischio siccità?
Il 2022 è stato l’anno più caldo degli ultimi 500 anni. Poi ci sono fenomeni che tutti conosciamo, le cosiddette bombe d’acqua. Noi dobbiamo lavorare su questo: quando ci sono delle abbondanti precipitazioni, dobbiamo cercare di recuperare quella risorsa idrica con invasi sotterranei, per non consentire che poi evapori. La seconda cosa che occorre fare è smetterla di ricorrere, in agricoltura, all’irrigazione a pioggia: dobbiamo fare come in Israele, puntare sull’irrigazione a goccia. Altra strada da seguire, con un paese che ha 8mila chilometri di costa, è di realizzare impianti per desalinizzare il mare.
Il Lazio è una delle regioni in cui si verificano più “eco reati”. Cosa fare per contrastarli?
Non abbiamo una cultura della legalità diffusa. Sono tante le normative che l’Europa ha messo e che noi abbiamo recepito a livello nazionale ma non sono state recepite dalla popolazione. Le persone non sanno quali sono i comportamenti virtuosi da mettere in campo per non compiere i reati che rovinano l’ambiente ed il futuro dei giovani. Per questo occorre diffondere una cultura che dia a tutti gli strumenti per evitare di compierli.iprese e montaggio di Veronica Altimari)
Fonte : Roma Today