Cani: come 13 razze hanno risposto ad un test psicologico

Pur appartenendo tutte alla stessa specie (quella del canis familiaris) tra le diverse razze canine esistono notevoli differenze non solo fisiche, ma anche relative al comportamento e alle capacità cognitive. Millenni di incroci programmati e di allevamenti differenziati hanno permesso agli esseri umani di selezionare le caratteristiche fisiche e intellettive che desideravano per i loro animali domestici preferiti, ottenendo la suddivisione tra le 356 razze attualmente esistenti. L’ereditarietà dei tratti cognitivi e le associazioni tra razza e temperamento canino sono oggetto di studio per la ricerca in etologia e genetica animale che cerca di individuare per ogni razza (o gruppo di razze) uno specifico quadro cognitivo-comportamentale.

In un recente studio pubblicato su Nature, alcune ricercatrici dell’università di Helsinki hanno sottoposto un campione di 1002 cani a una serie di test psicologici e di abilità per scoprire se le capacità di apprendimento, la memoria, il controllo inibitorio, la capacità di risoluzione dei problemi e la cognizione sociale variassero significativamente in base alla razza di appartenenza.

I cani sono stati suddivisi in 13 gruppi. I primi 12 includevano esemplari della stessa razza (kelpie australiano, pastore australiano, pastore belga Malinois, border collie, cocker spaniel inglese, lapphund finlandese, pastore tedesco, golden retriever, hovawart, labrador retriever, cane pastore delle Shetland e cane d’acqua spagnolo), mentre il tredicesimo era composto da cani di razza mista. La maggior parte dei cani inclusi nello studio erano animali da compagnia che abitavano in case private, ma tra di loro c’erano anche 31 cani poliziotto.

Le prove di abilità che i cani dovevano completare servivano a misurare la propensione a interagire con gli umani e seguire le loro indicazioni, la comprensione dei significati dei diversi gesti umani, la cognizione spaziale, la capacità di concentrarsi e controllare l’impulsività per eseguire un compito difficile, la capacità di esplorare un ambiente nuovo e il livello di energia.

Ad esempio, una delle prove a cui sono stati sottoposti i cani che hanno preso parte allo studio è chiamata test del cilindro, e funziona in questo modo: all’interno di un cilindro trasparente si trova un bocconcino di cibo. Il cane, per riuscire a prenderlo, deve tenere a freno la sua impulsività (che lo indurrebbe a dirigersi direttamente verso il cibo, andando quindi a sbattere contro le pareti del cilindro) e capire invece che per ottenere la sua ricompensa deve prima aggirare l’ostacolo, andando quindi a posizionarsi davanti all’apertura del cilindro, e poi inserire il muso al suo interno. Un altro test per la misurazione del controllo inibitorio prevedeva di individuare e seguire nel minor tempo possibile un percorso a forma di “V” per riuscire a ottenere una ricompensa in cibo.

Fonte : Wired