Mentre calano incidente e Rt, cinque Regioni sono classificate a rischio alto, tutte per molteplici allerte di resilienza. Queste, aumentate da 3 a 5 solo nell’ultima settimana, sono Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche
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Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, ha commentato i dati contenuti nell’ultimo monitoraggio settimanale curato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute sull’andamento della pandemia di Covid-19 in Italia, che evidenziano un lieve calo dell’incidenza e dell’Rt. Secondo l’esperto, questi “mostrano una tendenza alla stabilizzazione con lievi oscillazioni”. In un video, Rezza ha spiegato che “in questa settimana si osserva una leggera diminuzione del tasso di incidenza di casi di Covid-19 nel nostro Paese, che si fissa a 375 per centomila abitanti. Anche l’Rt mostra una lieve tendenza alla diminuzione, siamo a 1,10 contro 1,14 della scorsa settimana, di poco al di sopra della soglia epidemica”. Diversamente, il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva “è rispettivamente al 14,5 è al 3,4% quindi in questo caso si osserva invece un po’ di aumento”, ha concluso.
I dati del monitoraggio Iss: le Regioni a rischio alto
Covid, via libera a vaccino Pfizer per i bambini under 5
Sempre a livello nazionale, dal report è emerso che cinque Regioni sono classificate a rischio alto, tutte per molteplici allerte di resilienza. Queste, aumentate da 3 a 5 solo nell’ultima settimana, sono Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche. Dieci, invece, sono a rischio moderato e sei sono classificate a rischio basso. Tuttavia, nonostante i ‘segnali positivi’, secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, “la curva non è ancora arrivata al picco. Siamo probabilmente al plateau di un’onda che continuerà a evidenziarsi”, ha riferito in un’intervista all’
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Influenza, sintomi nei bimbi e quando serve andare in Pronto soccorso
Sono molti i casi che si registrano in questo periodo nei più piccoli. A tracciare un quadro di quelli che sono i sintomi è Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip). Ecco tutto quello che c’è da sapere
Sono molti i casi di influenza che si registrano in questo periodo nei bambini. A tracciare un quadro di quelli che sono i sintomi, all’AdnKronos, è Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip). Ecco tutto quello che c’è da sapere
“Vediamo tanti accessi di bambini in pronto soccorso. La caratteristica di questa sintomatologia influenzale è una febbre alta, superiore a 38 gradi, con punte anche di 39-40, e questo spaventa molto i genitori. Poi si crea questa tosse stizzosa, che può durare” anche “2 o più settimane. Quindi anche il fatto che la tosse non passi è motivo in più di allerta per i genitori che tendono ad andare nuovamente dal pediatra. E per una singola sintomatologia influenzale non c’è più solo un accesso, ma accessi ripetuti a cure mediche, che siano in ambulatorio o in Ps”
Ci sono casi in cui è importante andare al Pronto soccorso e casi in cui “l’ideale sarebbe rivolgersi al proprio pediatra. Perché in Pronto soccorso inevitabilmente, in questi giorni intensi in cui sono veramente tanti i bambini con sintomi, si formano lunghe code“