Un palco imponente per un concerto da spaziale. Un viaggio lungo oltre due ore e mezza: “Finalmente torniamo ad assembrarci”. LA RECENSIONE
È la notte del Kom, la notte in cui l’Albachiara non è solo una canzone ma è uno stato dell’anima. Trento, o meglio quella zona tra Trento e Rovereto che si chiama Mattarello, ha ospitato 120mila amici di Vasco Rossi. È stato, quello di ieri sera, un avamposto di un “quarto stato” che vedrà, nelle prossime settimane, avanzare sotto quel palco immenso, sventolando la bandiera del viva la musica, l’amore e la vita, oltre 660mila persone. Il messaggio che Vasco lancia appena sceso dall’auto è solare, bello, diretto: “Finalmente finalmente finalmente. Torniamo ad assembrarci, torniamo a stare insieme e finalmente ci si può accoppiare. La mia gente è così bella che ieri sera, nella prova generale, ho solo guardato e stasera faccio lo spettacolo. Finalmente è finita, finita, finita. La musica non è guerra, la musica è pace. E io sto benissimo”. Il palco è immenso. Magnifico e immaginifico. Una storia nella storia. D’altra parte Vasco sottolinea che l’entusiasmo del suo pubblico è la sua benzina.
Vasco Rossi a Trento: “La guerra non è musica, la musica è pace”
Vasco lo ha accolto con l’XI Comandamento, quello che porta avanti il cambiamento. Il vento che aleggia sulla Trentino Music Arena è quello del funk rock rafforzato da un sezione di fiati che emerge in tutta la sua potenza ne L’uomo più semplice. Il viaggio nel passato parte con Ti Prendo e ti porto via, che è improprio chiamare un classicone ma movimenta la scaletta e il pubblico. I videowall hanno la screziatura di un vetro venato e Vasco assicura che “è il brano che aspettavo di fare da tre anni”. C’è un braciere sugli schermi a illuminare Senza Parole e a scatenare l’onda dei 120mila: il finale lieve, flautato è commovente. La macchina del tempo si riannoda fin agli anni Ottanta: il brano è Amore Aiuto e Vasco la ha definita “la canzone d’amore degli anni Ottanta”. Il tuffo in quel decennio prosegue con Muoviti che si adagia al 1989. La pioggia delle Domenica sembra portare, sul volto del rocker, un filo di commozione. Uno dei momenti più alti, più intensi delle due ore e mezzo di concerto è Un Senso, perché dopo quello che abbiamo vissuto abbiamo tutti una gran voglia di dare un senso a questa vita. L’Amore L’Amore, titolo quasi disneyano, sognante e lirico, ci accompagna all’interludio, ovvero al momento in cui Vasco si ritaglia una pausa, lasciando alla sua band il compito di tenere alte le vibrazioni. È il momento in cui Beatrice Antolini si fa sirena e incanta Trento.
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I migliori concerti di maggio 2022
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Fonte : Sky Tg24