Il grande sogno di Maya (il titolo originale, Glass no Kamen, si traduce invece come La maschera di vetro, metafora per la fragilità del ruolo dell’attore) è uno dei cartoni animati degli anni ‘80 che ci hanno traumatizzato a vita, inculcandoci l’impossibile senso del sacrificio nipponico. Come Mimì, disposta a tutto per diventare una campionessa di pallavolo – giusto per citarne una – anche Maya Kitajima, “ragazzina che non è brava a fare niente”, il cui unico talento è la recitazione. Maya si sottopone a prove crudeli per forgiare le proprie capacità sotto l’egida della severissima Signora Tsukikage, attrice che ha ereditato dal proprio mentore i diritti dell’opera teatrale più ambita del Giappone, La dea scarlatta. Eppure, l’anime che debuttava in Italia il 20 maggio del 1985 è il manga di Suzue Miuchi al quale si ispirava, è bellissimo.
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Maya deve lottare con Ayumi, ricca bella e carismatica, per il ruolo, contando solo sulle proprie forze e sul tifo del suo fan numero uno, il misterioso “Ammiratore delle rose scarlatte” che altri non è che il bellissimo e indisponente produttore Masumi Ayami: sono tutti protagonisti indimenticabili. Per l’occasione, ricordiamo Maya (recuperabile su Sky on demand) con qualche curiosità.
Fonte : Wired