Vivi, muori, ripeti: si, lo sappiamo, è la tagline di un relativamente recente cult sci-fi con protagonista nientedimeno che il fresco Palma d’Oro Tom Cruise, ossia Edge of Tomorrow – Senza domani (2014), ma è facilmente applicabile anche al dittico di film di cui stiamo per parlarvi in occasione del loro ritorno in grande stile nel catalogo di Netflix – leggete qui tutte le uscite Netflix di maggio 2022.
Auguri per la tua morte e il sequel Ancora auguri per la tua morte hanno infatti sfruttato a dovere quella logica narrativa che ha fatto la fortuna di classici come Ricomincio da capo (1993), adattandola a toni e atmosfere tipiche dello slasher, con un’ispirata componente da teen comedy che ha reso appetibile il tutto ad un pubblico più ampio. In attesa di un nuovo episodio, recentemente il produttore Jason Blum ha parlato di Auguri per la tua morte 3, riscopriamo insieme i titoli scritti e diretti da Christopher Landon.
Auguri per la tua morte: alle origini
In un primo tempo il progetto era pensato per uscire addirittura nel lontano 2007, con Michael Bay nelle vesti di produttore e l’allora lanciatissima Megan Fox nel ruolo della protagonista. Con il passare del tempo il tutto è passato nelle abili mani di Blum e della sua Blumhouse, che hanno trasformato la sceneggiatura iniziale – cambiano finali e colpi di scena – fino alla stesura definitiva, nella quale ha finalmente preso forma il percorso fantastico / orrorifico vissuto dalla sfortunata protagonista, vittima suo malgrado di un qualcosa di irrazionale che le sconvolge letteralmente l’esistenza.
Theresa Gelbman è una studentessa del college che non va molto per il sottile, è solita ubriacarsi e risvegliarsi ogni giorno in un letto diverso. Mentre è prossima a festeggiare il suo prossimo compleanno ha una giornata parecchio movimentata, che si conclude la sera stessa con il suo omicidio: la ragazza, infatti, viene uccisa da un individuo mascherato a lei sconosciuto. Peccato che la morte sia solo “momentanea”, in quanto Theresa finisce per destarsi nuovamente nella camera di Carter, suo compagno di classe, esattamente come la mattina precedente. Perché da quel momento Theresa rivive in loop sempre lo stesso giorno, che si conclude ogni volta con la sua dipartita… e per uscire da questo circolo infinito dovrà scoprire l’identità dell’assassino.
Una storia ricca di colpi di scena che viene abilmente riciclata nel sequel, il quale rimescola ulteriormente le carte inserendo un’altra tematica cara agli appassionati della fantascienza, ossia quella relativa alle dimensioni parallele. Ulteriore carne al fuoco che, pur rischiando di ingarbugliare eccessivamente il dedalo e le svolte di trama, riesce ad offrire sempre sorprese e divertimento in egual misura.
Un equilibrio vincente
Perché il principale merito della saga è proprio quello di bilanciare con equilibrio le sue due anime, quella più tendente all’horror e quella più leggera, con la tensione e l’humour – più o meno black che sia – a convivere armoniosamente. Un mix magnificamente incarnato dalla varietà espressiva della protagonista Jessica Rothe, sempre pronta a sfoderare la faccia giusta al momento giusto.


La messa in scena pop e una gestione del ritmo che evita momenti di noia e tempi morti garantisce ai due titoli una scorrevolezza invidiabile, permettendo di chiudere gli occhi su alcune ingenuità e forzature che hanno fatto storcere il naso ai puristi. Perché Auguri per la tua morte 1 e 2 sono il classico esempio di una contaminazione di stampo moderno, alla quale si aggiungono anche umori slapstick e bivi mystery, in un meltin’pot che pone un occhio di riguardo soprattutto alle nuove generazioni ma non disdegna citazioni più o meno evidenti dedicate ad un pubblico più esperto. Basti pensare che la maschera del villain è stata creata da Tony Gardner, colui che ha ideato il leggendario look di Ghostface per la saga di Scream (a proposito, Scream 6 è confermato). In questo caso, però, non è dato dire se sia tutta farina del suo sacco, in quanto il design risulta pressoché identico a quello della mascotte dei New Orleans Pelicans, squadra di pallacanestro dell’omonima città americana.
Tornando ai film, si intravedono anche aliti romantici e introspezioni drammatiche inaspettate centellinati con perizia e razionalità per dar vita ad una forma filmica coesa e in grado di rendersi accattivante in tre ore complessive di visione, che spiccano in mezzo alla gran parte delle omologhe produzioni contemporanee. Da Ritorno al futuro ad Halloween, da Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare al già citato Ricomincio da capo, il pubblico si ritroverà in atmosfere familiari e gradevoli, dove bisogna stare al gioco per apprezzare appieno mood e sfumature di un’operazione tanto furba quanto avvincente, che sublima l’ipotetica farsa in soluzioni di contagioso divertimento.
Fonte : Everyeye